G20, Boris Johnson a Sky TG24: “Serve impegno di tutti per evitare catastrofe climatica”

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Liliana Faccioli Pintozzi

Il premier britannico partecipa al summit di Roma che precede la Cop26 di Glasgow: “Ci vogliono degli impegni e degli investimenti, sono le persone che chiedono ai leader di risolvere il problema”. Sulla Brexit: “È stata un successo oltre le mie aspettative”. Poi parla della pandemia: “Il lockdown è stato l’unico strumento all’inizio. Adesso però abbiamo i vaccini, la terza dose è molto efficace”

Ci troviamo in un momento del tipo "adesso o mai più" nella lotta contro il cambiamento climatico. Lei è ancora fiducioso che il G20 e la Cop26 possano essere un successo? 

"Penso che possano essere un successo, ma sarà un successo difficile nel senso che c’è da essere molto onesti sui limiti di quello che possiamo fare. Non possiamo bloccare il cambiamento climatico ed è impossibile fermare questo aumento della temperatura. Possiamo fare del nostro meglio per tenere viva questa speranza di limitare l’aumento della temperatura a un grado e mezzo. Penso che spetti a tutti i Paesi il fatto di riunirsi e di volercela fare tutti insieme. Serve anche un impegno dai nostri leader, più di 100 leader settimana prossima in Inghilterra, ma poi anche qui in questi giorni a Roma. Ci vogliono degli impegni: ridurre l’utilizzo del carbone, delle automobili, investimenti e sicuramente piantare milioni di alberi, e così potremmo andare avanti con un progresso veloce".

La sfida sul clima

Xi Jinping non è qui ed è comunque su posizioni diverse dal resto del mondo. Joe Biden da parte sua sta ancora aspettando che il Congresso approvi la sua proposta. Chi è allora il leader che può fare la differenza?

“Penso che spetti a tutti i Paesi di riunirsi e poi volercela fare. La Cina ha fatto dei grossi passi in avanti, almeno per quanto riguarda il finanziamento internazionale di carbone e questo è già qualcosa di positivo. Da parte americana c’è stato questo grosso impegno nel finanziamento dei progetti green in tutti i Paesi del mondo. Bisogna che tutti quanti si avvicinino a questa filosofia. Non sono solamente i leader politici ma sono veramente le persone, le popolazioni che chiedono tutto questo, in Cina, in Russia, ma ripeto in tutto il pianeta sono le persone che chiedono ai leader di risolvere il problema”.

 

Secondo lei cosa sarebbe considerabile una vittoria?

"Secondo me c’è da essere molto modesti in questo momento, nel senso che dobbiamo riconoscere quanto grande è questa sfida. Dopo Parigi c’è stata una sorta di deviazione, siamo andati fuori strada, torniamo allora sul percorso giusto, sterziamo con questo volante tutti insieme e torniamo a percorrere questo sogno ovvero questo limite dell’aumento della temperatura a un grado e mezzo. Se non lo facciamo la temperatura potrebbe aumentare di 3 o 4 gradi, una catastrofe”.

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La location del Colosseo

Perché ha scelto questa location per l'intervista?

"L’ho scelta perché non solo è meravigliosa ma perché è una metafora potentissima. Si fa riferimento al rischio dell’umanità, al rischio dell’arroganza. Gli esseri umani pensano che il progresso sia sempre monodirezionale, che le cose vadano sempre verso un senso con la tecnologia. Nel quinto secolo d.C. il progresso si è fermato e siamo arrivati a vivere un’era scura e buia, speriamo che non ricapiti”.

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La pandemia 

Un altro pilastro del G20 è la lotta contro il virus, contro la pandemia. Siamo a Roma, siamo in Italia. Possiamo dire adesso, dopo circa due anni, che all'inizio della pandemia l'Italia aveva ragione scegliendo la via del lockdown?

“Penso che il lockdown sia stato l’unico strumento all’inizio. Adesso però abbiamo i vaccini. Quindi nel nostro Paese la cosa più importante da fare è proteggere le persone anziane e poi tutte quante le persone che hanno bisogno del vaccino. Appena arriva l’invito alla terza vaccinazione, peraltro la terza dose è molto efficace”.

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La Brexit

Siamo in un mondo post Brexit. È come se lo immaginava? La Brexit è stata un successo?

“È stata decisamente un successo e anzi è andata anche meglio di quanto mi potessi aspettare sotto tanti punti di vista. È stata innanzitutto un percorso democratico, la cosa giusta democraticamente parlando per il mio Paese. La cosa è stata abbastanza difficile da digerire per tanti amici, abbiamo una comunità italiana enorme e anche persone con cui si collabora che vivono in Inghilterra, sono migliaia e migliaia di italiani che hanno richiesto di trasferirsi nel Regno Unito e ci sono circa sei milioni di cittadini europei che hanno preso la residenza nel Regno Unito. Ormai siamo al 10% di popolazione europea nel mio Paese, il problema è stato risolto. Dopodiché quello che vogliamo fare è un libero commercio con tutto il resto del mondo, anche con l’Italia. Sono trattative iniziate alcuni anni fa che stanno continuando e dobbiamo arrivare a degli accordi bilaterali appropriati con l’Italia. La nostra partnership con l’Italia è di grandissimo valore per noi”.

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La Difesa europea

In questo mondo come giudica l'idea di una difesa europea?

"La Difesa europea rimane di estrema importanza per noi. Il Regno Unito si impegna a partecipare alla difesa del continente europeo, siamo i secondi più grandi contribuenti alla Nato dopo gli Stati Uniti, abbiamo delle forze che abbiamo dispiegato nelle frontiere orientali della Nato stessa.

 

Ma lei sosterrebbe una forza di difesa dell'Unione europea?

“Io sostengo assolutamente quello che è l’insieme dei partner dell’Unione Europea che possono dare un contributo ancor più forte alla difesa collettiva, quindi a svolgere un ruolo ancora più importante, pertinente, insieme. Sono in politica da tanto tempo, ne ho visti tanti di piani per quel che riguarda la difesa per quanto riguarda l’Unione Europea, però sono difficilmente stati implementati, bisogna ancora di più concentrarci su tutto quel corpus normativo che abbiamo, ivi compresa la Nato. La Nato garantisce la sicurezza del nostro continente e garantisce anche l’alleanza transatlantica e devo dire che la sicurezza è dipesa due volte da loro nell’arco degli ultimi cento anni”.

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