Le elementari, le medie e le superiori non ammetteranno alunne. Nelle stesse ore il ministero per gli Affari Femminili è stato chiuso. Al suo posto è tornato il ministero per la Prevenzione del Vizio già noto durante il passato regime per l'imposizione di rigide regole religiose. Intanto Usa ammettono un errore durante un attacco con drone avvenuto ad agosto che uccise 10 innocenti a Kabul
Scuole riaperte, ma solo per i maschi. Ministero per gli Affari Femminili chiuso e sostituito da un dipartimento per l'imposizione di rigide regole religiose. In Afghanistan, i talebani, pur promettendo di governare in modo più moderato rispetto al passato, stanno continuando a negare una serie di diritti, anche quelli fondamentali, alle donne.
Le scuole riaperte solo per gli studenti maschi
Il ministero dell'Educazione dei talebani ha annunciato la riapertura da domani delle scuole primaria, media e superiore "solo per gli studenti maschi". La nota, pubblicata su Facebook, si rivolge agli allievi di istituti pubblici e privati e ai soli insegnanti uomini, mentre non c'è alcun riferimento alla riapertura delle scuole per le bambine e le ragazze. Questo annuncio "è contrario a ciò che avevano detto finora e contraddice il primo verso del nostro Profeta, che è rivolto sia ai ragazzi che alle ragazze", ha commentato su Twitter l'ex vicepresidente del Parlamento afgano, Fawzia Koofi, nota attivista per i diritti delle donne.
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La chiusura del ministero per gli Affari Femminili
Notizia che fa il paio con la chiusura del ministero per gli Affari Femminili. Sull'edificio di Kabul che ospitava il dicastero, gli operai sono stati visti sollevare l'insegna del Ministero per la Promozione della Virtù la Prevenzione del Vizio. Su Twitter sono apparsi numerosi post che mostrano le ormai ex dipendenti del ministero protestare fuori dall'edificio contro il loro licenziamento. Nessun funzionario dei talebani ha risposto a richieste di commento al riguardo.
Il ritorno del ministero per la Prevenzione del Vizio
Durante il primo regime dei talebani, durato dal 1996 al 2001, le donne erano escluse quasi del tutto dalla vita pubblica e non potevano lasciare l'abitazione senza essere accompagnate da un parente maschio. Chi era sorpresa a camminare per strada da sola veniva frustata dagli agenti del redivivo ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio, responsabili dell'applicazione della rigidissima interpretazione dell’Islam dei talebani, la quale prevedeva, tra le altre cose, l’obbligo di partecipare alle preghiere e il divieto di tagliarsi la barba.
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Il contesto ostile nei confronti delle donne
Del resto, l'attuale contesto in Afghanistan rimane ostile nei confronti delle donne. I talebani non hanno ancora consentito loro di tornare al lavoro e hanno imposto regole sul loro abbigliamento all’università. Il governo annunciato dagli studenti coranici due settimane fa non ha alcuna presenza femminile né una struttura che rappresenti gli interessi delle donne. Negli scorsi vent'anni le donne afghane erano riuscite a conquistare alcuni diritti fondamentali e a centinaia di migliaia erano entrate nella forza lavoro, diventando parlamentari, giudici, piloti e agenti di polizia. I talebani hanno affermato che alle donne è stato chiesto di restare in casa per la loro sicurezza e che, una volta ripristinata la segregazione sessuale, sarà per loro possibile ritornare a lavoro. Ma ciò non è ancora accaduto.
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Pentagono: "Drone colpì auto errata, uccisi 10 innocenti a Kabul"
Intanto, sempre per quanto riguarda l'Afghanistan, il Pentagono ha ammesso che l'attacco con drone a Kabul, avvenuto a fine agosto, poco prima del ritiro delle truppe Usa ha colpito un veicolo sbagliato e ucciso 10 civili innocenti, tra cui sette bambini: lo ha detto il generale Kenneth McKenzie, del comando centrale Usa, porgendo le più profonde condoglianze ai famigliari delle vittime e parlando di "tragico errore". Nonostante i dubbi emersi sui media Usa e le denunce dei famigliari delle vittime, finora il Pentagono aveva difeso l'attacco diretto contro una "minaccia imminente", affermando che si trattava di kamikaze diretti verso l'aeroporto di Kabul.