Afghanistan, media: rissa tra talebani per il potere. “Baradar in ospedale”. Lui smentisce

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Secondo diversi media, è scontro aperto per la gestione del potere. Il mullah è assente da giorni dagli incontri internazionali del governo ad interim. Le fonti dicono che il vicepremier sarebbe ricoverato a Kandahar dopo essere rimasto ferito la scorsa settimana in uno scontro fisico con alcuni membri della rete Haqqani. Ma il diretto interessato nega tutto: "Sto bene. Ero fuori da Kabul e non ho avuto accesso a internet per respingere le fake news. Nessun problema con gli Haqqani'

È giallo sul presunto scontro tra i talebani per la gestione del potere in Afghanistan. Dopo giorni di indiscrezioni e smentite sulle sue condizioni di salute, sono emerse alcune ricostruzioni sull'assenza da Kabul del mullah Abdul Ghani Baradar (CHI È), che ha disertato i primi incontri internazionali del governo ad interim. Il vicepremier, capo della delegazione che aveva negoziato a Doha gli accordi con gli Stati Uniti, secondo diversi media sarebbe ricoverato nella roccaforte talebana di Kandahar dopo essere rimasto ferito la scorsa settimana in uno scontro fisico con alcuni membri della rete Haqqani, fortemente legata ai servizi pakistani e storicamente vicina ad Al Qaeda (007 USA: AL QAEDA PUÒ TORNARE IN 12-24 MESI). Sarebbe questa, secondo fonti della famiglia citate dal Pashtun Times, la ragione della sua scomparsa dalla scena pubblica. Ma Baradar è ricomparso e ha smentito questa versione. "Sto bene e in salute. Ero fuori da Kabul e non ho avuto accesso a internet per respingere le fake news". In un'intervista alla tv afghana, un estratto della quale è stato pubblicato sull'account Twitter dell'ufficio politico dei Talebani a Doha, Baradar dice: "Grazie ad Allah abbiamo buoni rapporti tra di noi e ci rispettiamo. Le nostre relazioni sono anche migliori che in una famiglia". Di fatto ha così negato le notizie di un suo presunto ferimento in una rissa all'interno dell'esecutivo con membri della rete Haqqani.

Fonti parlano di una rissa

Fonti informate citate dalla Bbc avevano parlato di un "duro scambio" verbale, degenerato in una vera e propria rissa tra le sale del palazzo presidenziale per divergenze sulla gestione del potere. Sempre secondo queste fonti, in ospedale Baradar si ritroverebbe sotto sorveglianza, sottoposto alla "protezione del Pakistan", mentre "i familiari non sono ancora autorizzati a vederlo". Il clima di tensione è testimoniato anche dall'intervento pubblico del portavoce del gruppo jihadista, Suhail Shaheen, per smentire le voci sull'uccisione del vicepremier, oltre che sul suo ferimento. Dal canto suo, riferisce il network indiano Republic, Baradar avrebbe cercato di fare sponda con gli interlocutori internazionali, contattando il Qatar per denunciare il rischio di rottura delle intese di Doha a causa della linea intransigente degli Haqqani. Un messaggio che sarebbe stato trasmesso anche all'amministrazione Usa. 

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Il rischio caos

Dopo i dissidi che avevano portato alla formazione di un esecutivo solo ad interim e al rinvio sine die della sua cerimonia di insediamento, lo strappo all'interno del gruppo dirigente dei talebani appare sempre più insanabile. Un rischio "caos" su cui lancia l'allarme il premier pachistano Imran Khan, secondo cui bisogna "dare tempo" ai mullah, perché "se le cose vanno male" potrebbe esserci "la più grande crisi umanitaria e un enorme problema di rifugiati". Tensioni che si incrociano con i nuovi appelli alla resistenza dal Panshir, dove rifugiato tra le valli si troverebbe ancora il suo leader Ahmad Massoud. Secondo fonti locali, gli insorti "stanno consolidando le proprie posizioni e sono pronti alla battaglia" in vista della stagione fredda. E in questo quadro, i talebani promettono di creare presto "una forza regolare forte", che potrebbe accogliere anche ex militari governativi. 

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