
Nelle ultime ore si discute su chi sarà alla guida del nuovo Emirato islamico tra i capi del movimento. Un alto funzionario ha rivelato che molto probabilmente non lo diventerà Haibatullah Akhundzada, capo supremo dei talebani. Più facile che la carica venga assunta da uno dei suoi tre vice: Mawlavi Yaqoob, Sirajuddin Haqqani e Abdul Ghani Baradar. Quest'ultimo sembra favorito

Dopo la presa di Kabul del 15 agosto, i talebani hanno reso noto che a breve verrà dichiarata la rinascita dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan, già alla guida del Paese dal 1996 al 2001. Nelle ultime ore si discute su chi sarà alla guida del Paese tra i leader degli “studenti coranici”. Tra i nomi in ballo spicca quello di Abdul Ghani Baradar
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In un'intervista a Reuters, un alto funzionario talebano, Waheedullah Hashimi, ha spiegato che il nuovo presidente dell'Afghanistan non sarà il capo supremo dei talebani, Haibatullah Akhundzada. Akhundzada è stato responsabile della Giustizia durante gli anni dell’Emirato. Nato a Kandahar, figlio di un teologo, la sua laedership è stata rafforzata dalla promessa di lealtà ricevuta da Al-Qaeda, che lo ha definito “l’emiro dei credenti”
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La struttura di potere delineata da Hashimi appare simile a quella in vigore durante il primo governo dei talebani, dal 1996 al 2001: l'allora capo supremo, il Mullah Omar, restava nell'ombra e la gestione dell'amministrazione statale era in mano a un consiglio di fedelissimi
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Il mullah Mohammed Omar, già combattente tra i mujaheddin islamici nella guerra tra l’Afghanistan e le truppe sovietiche che occuparono il Paese tra il 1978 e il 1989, fu il fondatore del movimento talebano. Nel 1996 l’Emirato Islamico dell’Afghanistan arrivò a controllare quasi tutto il Paese sotto la sua guida
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A seguito della morte del mullah Mohammed Omar, comunicata nel 2015 ma risalente al 2013, a guidare i talebani è stato Akhtar Mansour, ucciso da un drone americano in Pakistan nel 2016
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Hashimi ha dichiarato che probabilmente assumerà la carica uno dei tre vice di Akhundzada. Tra i possibili nomi alla guida del Paese ci sono Mawlavi Yaqoob, figlio del Mullah Omar, Sirajuddin Haqqani, capo della potente rete di miliziani Haqqani, e Abdul Ghani Baradar, che guida l'ufficio politico dei talebani a Doha

Abdul Ghani Baradar è una figura molto importante nel movimento. Combattente contro i sovietici negli anni ’80, è stato co-fondatore dei talebani insieme a Omar. Nei cinque anni dell’Emirato ha ricoperto ruoli militari e amministrativi, tra cui quello di viceministro della Difesa

Dopo la caduta del regime è costretto a scappare in Pakistan, dove ha mantenuto la leadership e la guida del movimento, diventando uno dei capi nel governo in esilio. Nel 2010 gli Usa convincono Islamabad ad arrestarlo a Karachi, Pakistan

È stato liberato nel 2018 sotto pressione degli Stati Uniti, quando l’inviato di Donald Trump, Zalmay Khalilzad, chiede ai pachistani di rilasciare Baradar in modo che possa condurre i negoziati in Qatar. Dopo aver firmato gli accordi di Doha, è stato nominato capo dell’ufficio politico dei talebani. Secondo molti analisti, sarebbe uno dei candidati più papabili alla presidenza del nuovo governo

Al potere c’è anche Siraj-ud-din Haqqani, leader della rete Haqqani, fondata dal padre, noto mujaheddin e capo militare delle forze filo-talebane in Afghanistan e Pakistan. La Haqqani è considerata una delle fazioni più pericolose per le truppe NATO durante i decenni di missione militare

Il programma Rewards for Justice del governo degli Stati Uniti offre fino a 10 milioni di dollari in ricompensa per le informazioni che portano alla cattura di Sirajuddin Haqqani. Haqqani è anche l'autore di un articolo d'opinione intitolato "What We, the Taliban, Want" (“Cosa vogliamo noi talebani”), apparso sul New York Times il 20 febbraio 2020

Tra i leader dei talebani c’è anche Mullah Yaqub, figlio di Mohammad Omar. Nato nel 1990, dopo essere stato a capo della commissione militare che stabilisce le linee strategiche contro il governo afghano, è stato recentemente nominato tra i vice di Akhundzada