Afghanistan, Pangea: P sulla mano per riconoscere attiviste
Una P disegnata sul palmo della mano: è stato questo lo stratagemma utilizzato dalle attiviste afghane di Pangea per farsi riconoscere dai militari italiani che poi le hanno accompagnate all'aeroporto di Kabul per lasciare il Paese alla volta di Roma. A raccontare il dettaglio dell'operazione è stato il presidente della stessa Onlus, Luca Lo Presti, in diretta su SkyTg24. "Siamo felici di aver messo in sicurezza le ragazze, che veramente rischiavano la vita. Abbiamo salvato anche i loro parenti, contro i quali c'erano state delle rappresaglie. Qualcuna è già arrivata in Italia, altre partiranno questa sera, ce ne sono ancora tante da portare via" ha spiegato Lo Presti. "Le ragazze - ha continuato - hanno passato la notte davanti al gate senza potersi sedere, alcune anche con dei bambini piccolissimi in braccio. Temevamo per la loro incolumità quindi siamo stati al telefono con loro, nessuno di noi ha dormito". Il presidente dell'associazione milanese, che opera nella capitale afghana dal 2003 per aiutare donne e bambini, ha voluto ringraziare i carabinieri e il console italiano a Kabul che hanno aiutato l'associazione a salvare le proprie attiviste: "Hanno fatto un lavoro fuori dall'ordinario - ha detto Lo Presti - che sta continuando. Il console è anche salito su un container per individuarle. Non è una missione militare ma è salvare la vita delle persone che, se tornassero indietro fuori da quel gate verrebbero uccise".