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Israele, Naftali Bennett è il nuovo premier. Netanyahu all’opposizione dopo 12 anni

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Il nuovo governo ha ottenuto la fiducia della Knesset al termine di un acceso scontro in Aula: 60 voti a favore, 59 contro e una astensione. Tra due anni Bennett consegnerà la staffetta a Yair Lapid. “Siamo qui per lavorare e rappresenteremo tutti”, ha detto. Netanyahu ha tuonato che "abbatterà al più presto" questo esecutivo "pericoloso"

Israele ha un nuovo governo, il primo da oltre 12 anni senza Benyamin Netanyahu. Il nuovo premier, il 13esimo di Israele, è Naftali Bennett. Tra due anni consegnerà la staffetta a Yair Lapid. Una vittoria arrivata sul filo del rasoio: la fiducia della Knesset è arrivata con 60 voti a favore, 59 contro e una astensione, al termine di un acceso scontro in Aula. Migliaia di persone, domenica sera, si sono radunate nella piazza Rabin di Tel Aviv per festeggiare. Altre sono andate davanti alla residenza di Netanyahu a Gerusalemme e hanno cantato “Bibi Ciao” sulle note di Bella Ciao. A Bennett sono arrivate le congratulazioni dei leader internazionali, tra cui il presidente Usa Joe Biden, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la cancelliera tedesca Angela Merkel.

I numeri del nuovo governo

Come detto, si tratta di una vittoria arrivata sul filo del rasoio ma per ora sufficiente: per il governo del cambiamento hanno votato 60 deputati degli 8 partiti della nuova coalizione di centro, destra, sinistra e gli arabi di Raam, un esordio al potere. Contro hanno votato in 59, ovvero tutti i deputati della vecchia maggioranza che ha sostenuto Netanyahu. Uno solo, un deputato di Raam, è uscito dall'Aula al momento del voto e quindi si è astenuto. All'annuncio ufficiale del nuovo presidente della Knesset, Miki Levy, nell'Aula è scoppiato un applauso e urla di felicità si sono levate da parte dei sostenitori del nuovo governo.

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La rotazione tra Bennett e Lapid

Che l'aria fosse favorevole - nonostante le incertezze degli ultimi giorni - si è capito proprio dalla nomina di Levy, un deputato di Lapid che ha superato il candidato della destra e si è imposto come nuovo leader. Il governo - che si basa sulla rotazione tra Bennett e Lapid nella carica di primo ministro - ha già giurato. Ma prima del voto finale la situazione è stata di piena bagarre, fin dalle dichiarazioni iniziali. Un'opposizione scatenata ha interrotto Bennett per tutto il suo discorso e Netanyahu lo ha persino deriso annunciandogli che "abbatterà al più presto" questo esecutivo "pericoloso". Il nuovo premier ha mostrato nervi saldi, mantenendosi calmo per oltre mezz'ora in mezzo a urla e schiamazzi. Poi ha intimato all'opposizione di "fermare il caos", promettendo che sarà lui a mettere "fine a un terribile periodo di odio tra il popolo d'Israele".

Bennett: “Siamo qui per lavorare e rappresenteremo tutti”

"Questa lacerazione, che è andata sfilacciando il nostro tessuto sociale – ha denunciato Bennett – ci ha condotto a una tornata elettorale dopo l'altra e a una spirale di odio e di liti fra fratelli". Le continue liti ai vertici politici "hanno provocato la paralisi. Ma noi - ha continuato Bennett - siamo qui per lavorare e rappresenteremo tutti". Anche chi, come i due deputati del sionismo religioso Bezalel Smootrich e Itamar Ben-Gvir, aveva appena distribuito volantini che raffiguravano Bennett con il copricapo arabo e la scritta “bugiardo”. Un'atmosfera così incandescente che Yair Lapid, il leader centrista che secondo i patti raccoglierà il testimone di Bennett a fine agosto 2023, ha rinunciato a parlare: sarebbe stato, ha detto, del tutto inutile.

Netanyahu: “Siamo la vera destra”

A nulla è valso l'omaggio che Bennett ha fatto in apertura di intervento al suo ex alleato e mentore politico Netanyahu, ringraziandolo per i servizi resi al Paese. Il premier uscente ha risposto di essere lì "come rappresentante eletto da oltre un milione di cittadini che hanno votato per il Likud sotto la mia guida e da altri milioni che si sono espressi per i partiti di destra che mi appoggiano". Come a ricordare la differenza, notevole, di voti tra il suo Likud e quelli di Yamina guidata da Bennett. "Siamo la vera destra, se passeremo all'opposizione, lo faremo - ha insistito - a testa alta". Anche l'Iran, il nemico numero uno, è stato oggetto di polemica, nonostante Bennett sia stato chiaro. Israele "non permetterà a Teheran di ottenere armi nucleari. Far rivivere l'accordo nucleare con l'Iran - ha detto - è un errore che renderà legittimo uno dei regimi più violenti del mondo. Israele mantiene tutta la sua completa libertà di azione". "Sono impensierito da quello che ha appena detto Bennett – ha risposto Netanyahu –. Di norma fa il contrario di quello che dice. Come con Lapid, con il quale aveva detto che non sarebbe mai andato". Poi l'affondo, quando ha messo in dubbio la capacità del nuovo esecutivo di resistere alle pressioni dell'amministrazione Usa di Biden: "In Iran oggi festeggiano. Comprendono che in Israele adesso ci sarà un governo debole e ossequioso" verso gli Usa. "Nel momento in cui gli Stati Uniti torneranno all'accordo sul nucleare iraniano - ha proseguito Netanyahu - il futuro governo israeliano non autorizzerà nuove attività segrete in Iran. Non è degno di restare in carica nemmeno un giorno".

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