L'iniziativa, voluta dal ministero dell'Integrazione, ha suscitato le proteste della comunità musulmana. Da oggi il sito che ospitava la mappa non è più consultabile. A Vienna e in altre città intanto erano apparsi cartelli che avvertono: "Islam politico vicino a te". Il docente direttore del progetto: "Mi rammarico della strumentalizzazione, voleva essere un contributo positivo"
Sembra essere giunta al capolinea la “Islamlandkarte”, la mappa che indica i luoghi dell'Islam in Austria voluta dal ministro dell'Integrazione Susanne Raab della OeVP, il partito del cancelliere Sebastian Kurz. Dopo le polemiche suscitate nei giorni scorsi e l'azione di protesta avvenuta ieri in alcuni quartieri del centro di Vienna, il sito da oggi non è più consultabile. Sull’home page è apparsa una dichiarazione del direttore scientifico del progetto Ednan Aslan in cui spiega cosa lo abbia spinto alla decisione: "Mi rammarico molto che negli ultimi giorni ci sia stata una strumentalizzazione politica e che un'ampia varietà di estremisti di destra stia ora contrastando nettamente lo scopo di questo progetto", ha scritto il professor Aslan, docente presso l'Università di Vienna e l'Istituto di studi teologici islamici. L’iniziativa aveva suscitato la protesta delle comunità musulmane e dopo l’annuncio a Vienna e in altre città erano apparsi cartelli minacciosi con la scritta “Attenzione! Islam politico vicino a te”.
L’iniziativa del ministero dell’Integrazione
Nella mappa erano stati censiti e indicati circa 620 luoghi dove si trovano organizzazioni islamiche tra moschee e centri culturali. Sulla mappa sono indicati anche i luoghi dove si pratica “l'Islam politico” – nel novembre 2020 il cancelliere Kurz aveva annunciato che il Paese avrebbe istituito il reato di Islam Politico e a gennaio l’Austria ha reso obbligatoria la registrazione degli Imam presenti nel Paese chiedendo a Bruxelles di adottare un registro condiviso a livello europeo. Sulla mappa i musulmani austriaci sono insorti: un importante gruppo, 'Muslim Youth Austria", ha minacciato di denunciare il governo: "La pubblicazione di tutti i nomi, le funzioni e gli indirizzi delle istituzioni musulmane e delle istituzioni che sono state considerate come musulmane rappresenta un superamento dei limiti che non ha precedenti".
Le proteste dei musulmani
Ma dopo l'iniziativa del governo e la protesta dei musulmani austriaci, a Vienna sono apparsi davanti a diverse moschee sono apparsi cartelli di avvertimento con la scritta “Attenzione! Islam politico vicino a te” e accanto la caricatura di un imam dall'aspetto minaccioso. Altri cartelli sono apparsi a Leopoldstadt e Meidling. Gli autori dell'azione provocatoria ufficialmente non sono noti, ma l'iniziativa girata immediatamente sui social: tra i primi a condividere le foto dei cartelli è stato il capo degli estremisti di destra, Martin Sellner. La ministra Raab ha condannato l'azione affermando che "il fatto che la legittima lotta contro l'Islam politico sia oggetto di abusi da parte di gruppi estremisti è del tutto inaccettabile e deve essere chiaramente condannato". La Comunità Religiosa Islamica in Austria, che identifica come autori dell'azione gruppi di estremisti di destra, sostiene che "le istituzioni musulmane sono in grave pericolo" e, tramite il suo presidente Vural, ha aggiunto che "la mappa dell'Islam non crea trasparenza, ma suscita odio". Il consigliere distrettuale della SPOe (il partito socialdemocratico) di Vienna Muhammed Yuksek ha invitato il ministro dell'Integrazione Raab a dimettersi. Anche il sindaco di Vienna, Michael Ludwig (SPOe) ha duramente criticato i cartelli.
Il direttore del progetto: “Idea strumentalizzata”
Sulla vicenda dei cartelli, il professor Aslan ha affermato: “Sono scioccanti e inquietanti e io condanno tali azioni con la massima fermezza". Il docente sostiene che "la mappa dell'Islam voleva consentire una discussione differenziata sulla vita islamica in Austria e dare un contributo positivo perché l'obiettivo era quello di mostrare la diversità della vita islamica in Austria, in tutte le sue sfumature". Il professore esorta "tutte le parti a tornare a una discussione obiettiva e scientificamente fondata perché c'è urgente necessità di un dibattito sull'Islam in Austria".