Dopo la mezzanotte si sono udite esplosioni nel cielo della città. Il nuovo attacco era stata preannunciato da Hamas. Qualche ora prima l'aviazione israeliana ha bombardato il grattacielo al-Jala, sede dei media: l'edificio era stato evacuato. Biden sente Netanyahu e Abu Mazen. Oggi il Consiglio di sicurezza dell'Onu
Si fa sempre più duro lo scontro fra Gaza e Israele (LE RAGIONI DELLO SCONTRO): poco dopo la mezzanotte locale (le 23 in Italia), le sirene di allarme sono nuovamente risuonate a Tel Aviv e nella zona metropolitana della città. Si sono udite esplosioni in cielo dovute con tutta probabilità all'intercettazione dei razzi lanciati dalla Striscia. Il raid, subito rivendicato da Hamas, era stato preannunciato qualche ora prima su Telegram. Non si hanno al momento notizie di vittime (LA CRONISTORIA DEGLI SCONTRI - COS'È HAMAS). .
Oltre 2mila razzi lanciati dalla Striscia di Gaza
Secondo quanto ha riportato la stampa israeliana, allarmi sono suonati anche a Ashdod, Ashkelon e in Cisgiordania. Sui social network gli abitanti di Israele hanno subito postato e condiviso video che mostrano le immagini dell'attacco. Dalla Striscia sono partiti finora oltre 2mila razzi, decine dei quali si sono abbattuti su Tel Aviv e la sua zona metropolitana, costringendo la gente - compresa quella in spiaggia - a correre nei rifugi. Finora in Israele i feriti sono almeno 140 e 10 i morti in totale: 8 colpiti direttamente dai razzi, 2 per effetti collaterali. A Gaza le vittime sono almeno 145 (di cui 41 bambini) e i feriti circa 1.100.
Tel Aviv sotto attacco per tutto il giorno
Hamas aveva già colpito Tel Aviv nel corso della giornata. A Ramat Gan, sobborgo cittadino sede di alcune ambasciate internazionali - inclusa la residenza italiana - i missili hanno centrato una casa uccidendo un uomo e danneggiato gli edifici intorno. Hamas aveva rivendicato la salva di razzi sulla città israeliana "come risposta alla strage", durante un attacco dell'aviazione israeliana, della famiglia Abu Hatab di cui, secondo fonti a Gaza, si è salvato solo un bambino estratto dalle macerie mentre sono morti altri 8 bambini e due donne. Israele ha replicato che il raid era diretto a colpire alti esponenti di Hamas che si trovavano ad al-Shati e che l'organizzazione terroristica "usa deliberatamente civili come scudi umani per proteggere le proprie attività ostili".
Distrutta la Torre dei media al-Jala
Qualche ora prima era stata l'aviazione israeliana ad attaccare Gaza con un raid che ha distrutto la Torre dei media al-Jala, edificio sede dell'Ap e di al-Jazeera e di molte altre testate. L'azione è stata subito condannata dalla Casa Bianca, che ha diffuso una nota in cui afferma che "la sicurezza dei media è una responsabilità essenziale". I presidente Usa Joe Biden ha sentito al telefono il premier Netanyahu e, per la prima volta dal suo insediamento, il leader palestinese Abu Mazen. In Israele è arrivato anche l'inviato di Biden, Hady Amr, vice assistente per gli Affari palestinesi e israeliani, per tentare di trovare una mediazione.
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L’attacco alla torre dei media, Ap: “Sconvolti e inorriditi”
Il premier Benjamin Netanyahu, in una telefonata con Biden, ha ribadito che Israele "fa tutto il possibile per evitare di colpire persone non coinvolte. La prova è che le torri, al cui interno c'erano obiettivi terroristici sono state sgomberate dalle persone non coinvolte". Poco prima il portavoce militare israeliano aveva ribadito che Hamas "ha trasformato zone residenziali a Gaza in postazioni militari. Usa edifici elevati per fini militari di vario genere come la raccolta di informazioni di intelligence, la progettazione di attacchi, operazioni di comando e controllo, e per le comunicazioni". L'attacco alla torre al-Jala ha scatenato la protesta dei media, che hanno reagito con durezza: "Siamo sconvolti e inorriditi", ha denunciato la Ap. "Questo episodio - ha detto il numero uno dell'agenzia Gary Pruitt - rappresenta uno sviluppo incredibilmente inquietante della situazione". Al Jazeera ha bollato il raid aereo israeliano "come un chiaro atto per impedire ai giornalisti di svolgere il loro sacro dovere di informare il mondo. Vuol dire mettere a tacere i media e nascondere la carneficina e la sofferenza indicibili della popolazione di Gaza".
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Biden-Abu Mazen: “Impegno per riportare la calma”
Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, nella telefonata fra Biden e Abu Mazen i leader hanno parlato della necessità di puntare alla calma e di ridurre le violenze nella Regione. Il presidente palestinese ha chiesto all’amministrazione Usa di intervenire "per mettere fine agli attacchi israeliani". Biden, prosegue la Wafa, ha assicurato che gli Usa stanno già facendo sforzi con le parti interessate per raggiungere quello scopo. Biden, secondo l’agenzia, ha poi confermato l'impegno degli Stati Uniti per la “Soluzione dei due Stati” e ha criticato ogni "misura unilaterale" di insediamento.
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Netanyahu: "Operazione giusta, durerà ancora pochi giorni"
"Non c'è operazione più giusta o morale", ha detto in serata il premier israeliano Benyamin Netanyahu riferendosi al conflitto con Hamas a Gaza. Netanyahu ha poi ricordato che le ostilità sono cominciate quando Hamas ha iniziato a tirare i razzi su Gerusalemme lo scorso lunedì. Il premier ha quindi aggiunto che il conflitto durerà ancora "pochi giorni". Contro Hamas "agiremo per il tempo necessario", ha ribadito il premier, in un discorso nel quale è tornato a ringraziare il presidente americano Joe Biden per il sostegno incondizionato a Israele.
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Sono circa 10.000 le persone sfollate nella Striscia di Gaza dall'inizio del conflitto e la maggior parte sono bambini. Lo denuncia l'Unicef sottolineando che il livello di violenza è enorme e che sono proprio i bambini a sopportare il peso di questa escalation. "Tutte le parti devono fare un passo indietro e porre fine alla violenza", ammonisce l'Unicef avvertendo che "tutte le parti hanno l'obbligo di proteggere i civili - specialmente i bambini - e facilitare l'accesso umanitario"
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