
Dalle tensioni al conflitto armato: la cronistoria degli ultimi scontri Israele-Hamas
L’intervento armato della polizia israeliana sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme è soltanto l’ultimo degli episodi che hanno portato ad una escalation di violenza ancora in corso tra l’esercito di Tel Aviv e il gruppo fondamentalista islamico. Era dal 2014 che dalla Striscia di Gaza non arrivavano missili

Dai momenti di tensione, già piuttosto numerosi nelle scorse settimane, al lancio di missili e ai bombardamenti: domenica 9 maggio è iniziata l’escalation di violenza e scontri tra Israele e Hamas, culminati lunedì mattina con l’intervento armato della polizia israeliana sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri per la religione musulmana
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Scontri che si legano anche alla protesta per gli sfratti di decine di famiglie palestinesi dalle proprie case: La magistratura israeliana ha rinviato di un mese l'udienza che era in programma sugli sgomberi e che riguarda quattro famiglie arabe residenti su terreni di proprietà ebraica nel quartiere Sheikh Jarrah
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09 maggio: due razzi sono vengono lanciati in serata da Gaza verso il territorio israeliano. A riferirlo è un portavoce militare secondo cui uno di essi è stato intercettato dal sistema Iron Dome. In precedenza sirene di allarme erano risuonate nella città di Ashkelon

Contestualmente ai primi razzi lanciati verso Israele, decine di incendi sono segnalati nei campi agricoli israeliani per continui lanci di palloni incendiari da Gaza. Israele avverte immediatamente Hamas: potrebbe reagire "con potenza" al ripetersi di attacchi

10 maggio: L'esercito israeliano decide di bloccare alcune strade e zone adiacenti alla barriera di sicurezza con Gaza e la cancellazione di tutti i treni tra Ashkelon e Beer Sheva. La decisione è stata motivata con "l'attuale situazione" per gli incidenti a Gerusalemme e le minacce di Hamas. Inoltre ai civili viene chiesto "di evitare ogni fermata accanto alle strade e nelle aree adiacenti alla Striscia"

Lo stesso giorno, il portavoce militare israeliano annuncia: "Abbiamo ucciso tre terroristi di Hamas”. Intanto l'aviazione inizia a portare attacchi mirati contro obiettivi nella striscia di Gaza. "Prevediamo che i prossimi giorni saranno caratterizzati da combattimenti. Hamas avvertirà in pieno la potenza delle nostre forze armate. La nostra reazione sarà forte, durerà giorni", avverte il portavoce dell'Esercito

In serata, “sono 150 i razzi lanciati da Gaza verso Israele”: è il nuovo bilancio reso noto dal portavoce militare. “Di questi - aggiunge - decine sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome”. Si tratta dello scudo antimissile utilizzato da Israele per neutralizzare gli attacchi a corto raggio. È uno dei sistemi di difesa più efficienti e avanzati al mondo

11 maggio: Una pioggia di missili si abbatte per tutta la giornata su Israele: sono circa 480, più altri 130 sparati in serata verso Tel Aviv, dove a più riprese sono risuonate le sirene d'allarme. Uno di questi ha centra un edificio a Rishon Lezion, non lontano dalla città, uccidendo una donna e provocando diversi feriti

L'esercito israeliano risponde con decine di attacchi contro obiettivi di Hamas e della Jihad islamica: uno di questi ha colpito un edificio di 12 piani, facendo collassare l'intera struttura. Il conflitto si fa sempre più violento

12 maggio: nella mattinata, Israele comunica che sono 1.050 i razzi e colpi di mortaio lanciati dalla Striscia contro Israele. Il portavoce militare spiega che l'85% è stato intercettato mentre circa 200 sono esplosi all'interno della Striscia

In risposta agli attacchi da Gaza, l'esercito israeliano compie oltre 500 offensive contro obiettivi terroristici di Hamas e della Jihad nella Striscia. Intanto Il Gabinetto di Sicurezza approva l'intensificazione delle operazioni dell'esercito su Gaza

Secondo i media, Israele si appresta a colpire i simboli del potere di Hamas a Gaza, incluso ad esempio il Ministero delle finanze. Una mossa che, secondo gli analisti, indica che il conflitto è destinato a durare ancora altri giorni

Intanto dal mondo arrivano le reazioni. Tra queste quella del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, secondo cui "Israele ha il diritto di difendersi”. Biden sente il premier israeliano Benyamin Netanyahu e lancia un appello perché venga al più presto ripristinata la calma dopo l'escalation tra israeliani e palestinesi

13 maggio: sono 130 i razzi lanciati dalla notte da Gaza verso Israele: anche in questo caso, molti sono intercettati dal sistema di difesa Iron Dome e più di 20 sono ricaduti all'interno del territorio di Gaza. L'esercito israeliano, dall'inizio del conflitto, ha colpito oltre 600 obiettivi militari nella Striscia: tra questi un tunnel di Hamas e anche infrastrutture e centri di comando. Israele si prepara all'offensiva di terra

14 maggio: Israele continua a puntare alla rete sotterranea dei miliziani costruita dopo lo scontro del 2014. Continua anche il lancio di razzi dalla Striscia, circa 2mila dall'inizio delle ostilità. L'Egitto chiede un cessate il fuoco anche parziale per evacuare i feriti dalla Striscia, ma senza successo. Tre razzi vengono lanciati dal territorio siriano verso le alture del Golan

15 maggio: Tel Aviv è sotto attacco tutto il giorno. L'aviazione israeliana attacca Gaza con un raid che distrugge la Torre dei media al-Jala, edificio sede dell'Ap e di al-Jazeera e di molte altre testate. L'azione viene subito condannata dalla Casa Bianca

16 maggio: nuova raffica di razzi da Gaza verso il Centro e il Sud dello Stato ebraico. L’esercito israeliano risponde con una serie di pesanti bombardamenti sulla Striscia. Colpiti una strada principale di Gaza City e due edifici residenziali. Intanto, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres avverte: "Ogni attacco ai civili viola il diritto internazionale e deve essere evitato a tutti i costi". Biden sente sia Abu Mazen che il premier israeliano Netanyahu