Il primo cittadino è stato rieletto con il 55,2% dei voti dopo il ballottaggio immediato contro il Tory Shaun Bailey: dopo il testa a testa sulle prime preferenze, alla fine il candidato laburista è riuscito a prevalere con buon margine solo con il sistema britannico dello spoglio delle seconde preferenze degli elettori dei candidati eliminati al primo conteggio. Per Khan, quindi, c’è stato un arretramento dei consensi rispetto al 2015. “Sarò sempre un sindaco per tutti i londinesi”, ha twittato
Sadiq Khan è ancora il sindaco di Londra, anche se per vincere ha avuto bisogno del ballottaggio. A sancire ufficialmente la rielezione sono i dati elettorali definitivi. Il primo cittadino laburista è stato riconfermato con il 55,2% dei voti dopo il ballottaggio. Khan ha avuto 1.206.034 preferenze, contro le 977.601 dell'avversario conservatore Shaun Bailey. “Grazie. Sappiate che non ignorerò mai la vostra voce e le vostre preoccupazioni. Sarò sempre un sindaco per tutti i londinesi, al lavoro per migliorare la vita di ogni singola persona di questa città", ha commentato in un tweet il sindaco rieletto.
La rielezione di Sadiq Khan al ballottaggio
La rielezione era attesa, anche se il primo cittadino - figlio d'immigrati pachistani - non è passato al primo turno come alcuni sondaggi prevedevano. Khan ha avuto bisogno del ballottaggio immediato contro il Tory di origine caraibica Shaun Bailey, andato meglio delle previsioni: dopo il testa a testa sulle prime preferenze, alla fine il candidato laburista è riuscito a prevalere con buon margine solo con il sistema britannico dello spoglio delle seconde preferenze degli elettori dei candidati eliminati al primo conteggio. Per Khan, quindi, c’è stato un arretramento dei consensi rispetto al 2015. Arretramento che ha coinvolto anche il suo partito, che nell'assemblea della capitale ha perso un seggio (mentre Conservatori, Verdi e Liberaldemocratici ne hanno guadagnato uno).
La situazione dei Labour
La rielezione a sindaco della capitale di Khan, comunque, non cancella il risultato complessivamente disastroso del Labour nella tornata a vasto raggio del voto di giovedì, in particolare in Inghilterra, di fronte ai Tories del premier Boris Johnson. Non cancella neppure le polemiche riesplose fra le correnti interne al maggior partito d'opposizione, rinfocolate dalla decisione del leader moderato Keir Starmer di silurare dalla carica di presidente del comitato organizzatore e coordinatrice delle campagne elettorali la vice leader Angela Rayner. Una scelta contestata dalla sinistra interna come "un vile" tentativo di fare di Rayner - che peraltro resta vice leader in quanto eletta a questa carica dalla base e membro del gabinetto ombra - "il capro espiatorio" di una disfatta di cui alla vigilia Starmer aveva promesso di essere pronto ad assumere in prima persona "la piena responsabilità". Intanto, anche senza Londra, Boris Johnson porta a casa il migliore dei risultati possibili o quasi per il suo Partito Conservatore nella più vasta tornata elettorale locale mai convocata in Gran Bretagna, la prima dopo la definitiva entrata in vigore della Brexit e dopo la pandemia da Covid: vittoria netta in Inghilterra, arrocco riuscito in Galles (dove hanno vinto i laburisti) e Scozia (dove Snp non ottiene la maggioranza assoluta al Parlamento di Edimburgo) anche se lo scontro su un secondo referendum scozzese non è affatto chiuso.