L'ex presidente chiede perdono anche "al popolo italiano" per la mancata estradizione. Poi attacca Bolsonaro: "Un genocida". Appello a leader mondiali: 'Vccino per tutti'
L'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha chiesto scusa "al compagno Napolitano" e al popolo italiano per non aver estradato l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo Cesare Battisti, consegnato all'Italia da Jair Bolsonaro.
"Sono amico di Letta e Prodi"
"Chiedo scusa al popolo italiano, credevo che non fosse colpevole ma dopo la sua confessione posso solo scusarmi. Mi sono sbagliato", ha aggiunto Lula, intervistato in diretta a Tg2 Post. "Ho moltissimi amici nella politica italiana, nei sindacati, nella chiesa. Sono amico del presidente Enrico Letta, conosco Prodi", ha detto ancora Lula.
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L'ex presidente aveva attaccato Bolsonaro per la gestione della pandemia: "Il Brasile ha un governo totalmente irresponsabile nella gestione della pandemia e irrispettoso nei confronti della popolazione. Il Covid è un flagello che deve essere affrontato a livello mondiale. Ne ho gia' parlato con molti leader internazionali. Voglio dire anche all'Italia, che presiderà il G-20, e al premier Mario Draghi di creare una governance mondiale per combattere la pandemia. Ne parlero' anche col papa".
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"Solo il Brasile non ha avuto il lockdown"
"Se avessimo avuto un governo responsabile - ha proseguito Lula", che avesse incoraggiato l'isolamento sociale e l'uso delle mascherine, la situazione sarebbe diversa, invece la gente va in spiaggia. Solo il Brasile non ha voluto il lockdown perche' abbiamo un presidente genocida. E' una parola forte ma mi riferisco ad un presidente (Jair Bolsonaro, ndr) che sta portando la popolazione brasiliana al genocidio. E tutto questo continuera' finche' non avremo un vaccino per tutti, il vaccino non puo' essere gestito dal mercato".
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L'ex presidente: "Se ci saranno le condizioni mi ricandiderò"
Riguardo alle sue vicende giudiziarie, Lula ha affermato che "in passato hanno voluto impedire che mi candidassi alle elezioni del 2018. Ma se ci saranno le condizioni mi candiderò nel 2022 perche' la situazione in Brasile è peggiorata, le condizioni di vita sono critiche. Durante gli anni del mio governo il Brasile era diverso, i cittadini erano orgogliosi del loro Paese, c'erano meno diseguaglianze", ha aggiunto Lula, che ha anche accusato l'ex giudice Sergio Moro, che lo ha condannato ed e' stato poi accusato dalla Corte suprema di aver agito in modo non imparziale. "Moro ha sbagliato, ha mentito. Io gli ho detto: tu mi vuoi condannare perche' ho commesso un reato gravissimo, ho permesso ai poveri di frequentare le universita', ho dato loro dignita' e diritti", ha aggiunto l'ex presidente-operaio.