Brasile, rimossi i comandanti delle Forze armate dopo il rimpasto di governo di Bolsonaro

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Il presidente ha incassato le dimissioni del ministro degli Esteri e di quello della Difesa. Poi ne ha cambiati altri quattro. Al ministero della Difesa è arrivato il generale Walter Souza Braga Netto che ha annunciato l'uscita dei vertici di Esercito, Marina e Aeronautica, senza precisare il motivo o indicare i successori. È la prima volta dalla dittatura militare che accade una rimozione simile senza un cambio di esecutivo

Il Brasile, colpito duramente dalla pandemia di coronavirus (LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI), attraversa anche una pesante crisi politica e istituzionale. In poche ore il presidente Jair Bolsonaro ha effettuato un rimpasto di governo. Via sei ministri, tra cui quello della Difesa. E in seguito a questa decisione, il ministero ha annunciato l'uscita dei comandanti delle tre Forze armate, Edson Pujol (Esercito), Ilques Barbosa (Marina) e Antônio Carlos Moretti Bermudez (Aeronautica), senza precisare il motivo e senza indicare i successori.

Il rimpasto di Bolsonaro

Bolsonaro sta tentando di allontanare le critiche per la gestione del Covid avvicinandosi agli alleati del “Grande centro”, unico scudo politico contro le richieste di impeachment pendenti contro di lui alla Camera, e garantirsi al contempo l'appoggio dell'ala più radicale delle Forze armate. Dopo aver incassato le dimissioni del ministro degli Esteri Ernesto Araujo e del ministro della Difesa, generale Fernando Azevedo e Silva, il presidente brasiliano ha cambiato altri quattro ministri, garantendo l'entrata della deputata centrista Flavia Arruda e piazzando al ministero chiave della Difesa il generale Walter Souza Braga Netto, più in linea del suo predecessore con le posizioni autoritarie del presidente.

I cambi ai vertici militari

Braga Netto ha rimosso subito i comandanti delle tre Forze armate, Edson Pujol (Esercito), Ilques Barbosa (Marina) e Antonio Carlos Moretti (Aeronautica), che avevano messo gli incarichi a disposizione del nuovo ministro. È la prima volta dalla dittatura militare che i comandanti delle tre Forze armate vengono rimossi tutti insieme senza un cambio di governo. La notizia ha colto di sorpresa gli osservatori in quanto si attendeva la rimozione solo di Pujol, mostratosi insofferente alle pressioni di Bolsonaro di associare le Forze armate al suo governo. Pujol è stato anche attaccato da Bolsonaro per aver criticato la nomina del generale Eduardo Pazuello a ministro della Salute in piena emergenza sanitaria. Ma i fatti gli hanno dato ragione: il presidente è stato infatti costretto a sostituire Pazuello, quarto ministro della Salute dall'inizio della pandemia, con il cardiologo Marcelo Queiroga, che sembra aver cambiato rotta rispetto alla strategia negazionista del governo dichiarandosi favorevole alle misure di isolamento e alla vaccinazione di massa. 

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Le critiche al presidente

Bolsonaro è fortemente criticato da molti governatori e dai sindaci delle più importanti città del Paese - dove contagi e morti aumentano a causa della variante di Manaus e le terapie intensive sono al massimo dell'occupazione - per la gestione caotica della pandemia e per le sue esternazioni antiscientifiche. Al coro delle critiche si è unita di recente anche la voce dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che ha accusato Bolsonaro di essere "responsabile del più grave genocidio della storia del Brasile". Dopo la cancellazione delle condanne inflittegli nella Tangentopoli brasiliana, Lula è tornato al centro della scena politica e il suo consenso è in aumento. "Non ho mai visto il popolo brasiliano soffrire così tanto come oggi. Si muore nelle corsie degli ospedali, è tornata la fame", ha rincarato Lula, che sembra sempre più intenzionato a sfidare Bolsonaro alle presidenziali del 2022. 

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