A un anno dall’inizio della pandemia, a livello mondiale sono stati persi in media 74 giorni di istruzione per ciascun studente, più di un terzo dell’anno scolastico medio globale che è di 190 giorni
A un anno dall'inizio della pandemia di Covid, bambini e adolescenti di tutto il mondo hanno perso in media 74 giorni di istruzione ciascuno, più di un terzo dell'anno scolastico medio globale di 190 giorni. È quanto emerge dai dati diffusi oggi da Save the Children. A livello globale si stima che, tra il 16 febbraio 2020 e il 2 febbraio 2021, 112 miliardi di giorni di istruzione siano stati persi complessivamente e che siano stati i bambini più poveri del mondo a essere colpiti in modo sproporzionato. Su 194 Paesi, emerge che i minori in America Latina, nei Caraibi e nell'Asia meridionale hanno perso quasi il triplo dell'istruzione dei coetanei dell'Europa occidentale (COVID: GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).
In Italia
Nel corrente anno scolastico i bambini delle scuole dell’infanzia a Bari, hanno potuto frequentare di persona 48 giorni sui 107 previsti, contro i loro coetanei di Milano che sono stati in aula tutti i 112 giorni in calendario. Gli studenti delle scuole medie a Napoli sono andati a scuola 42 giorni su 97 mentre quelli di Roma sono stati in presenza per tutti i 108 giorni previsti. Per quanto riguarda le scuole superiori, i ragazzi e le ragazze di Reggio Calabria hanno potuto partecipare di persona alle lezioni in aula per 35,5 giorni contro i 97 del calendario, i loro coetanei di Firenze sono andati a scuola 75,1 giorni su 106.
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Le possibili conseguenze
Diversi studi internazionali hanno rilevato la gravità della perdita di apprendimento causata dalla chiusura delle scuole e il rischio concreto, in assenza di interventi mirati, di una perdita secca di 0,6 anni di scuola e di un aumento fino al 25% della quota di bambini della scuola secondaria inferiore al di sotto del livello minimo competenze. Queste perdite saranno maggiori per gli studenti che provengono da famiglie meno istruite.
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Accesso all'apprendimento
Ci sono state enormi discrepanze nell'accesso all'apprendimento anche nelle nazioni più ricche. Gli studenti negli Stati Uniti, ad esempio, sono più disconnessi da Internet rispetto agli studenti di altri Paesi ad alto reddito, il che probabilmente ha influito sul loro accesso all'apprendimento remoto. Solo due Paesi dell'UE hanno livelli di accesso a Internet inferiori rispetto agli Stati Uniti: Bulgaria e Romania. All'inizio della pandemia, oltre 15 milioni di studenti, dall'asilo alle superiori delle scuole pubbliche statunitensi, non avevano Internet adeguato per l'apprendimento a distanza a casa. In Norvegia, mentre quasi tutti i giovani tra i 9 ei 18 anni hanno accesso a uno smartphone, il 30% non ha accesso a un pc a casa. Nei Paesi Bassi, un bambino su cinque non ha un PC o un tablet per l'apprendimento da remoto.