Ambasciatore e carabiniere italiani uccisi in Congo. Ribelli Ruanda negano responsabilità

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Si cerca di fare luce sull’uccisione di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci e del loro autista Mustapha Milambo. Il capo di Stato congolese ha deciso di inviare in Italia un “suo emissario per portare una lettera personale” a Draghi. Kinshasa accusa i ribelli hutu e, in un comunicato, sostiene che i rapitori hanno ucciso i due italiani a bruciapelo. Ma le Forze liberazione del Ruanda smentiscono

Le Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr) hanno negato di essere responsabili per l'uccisione dell'ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, del carabiniere  Vittorio Iacovacci e dell'autista del Pam Mustapha Milambo. Lo riferisce il sito Actualite.cd, citando una dichiarazione del gruppo ribelle accusato da Kinshasa. I ribelli avevano già negato di aver compiuto un attacco che gli viene comunemente ascritto, quello nell'aprile scorso in cui morirono 17 persone tra cui 12 rangers del parco nazionale Virunga. Nell'attacco altre tre persone sono state rapite. Giornata di lutto in Italia con bandiere a mezz’asta in tutto il Paese per ricordare le vittime e attesa per le salme, mentre continuano le indagini per cercare di fare luce su quanto accaduto. Secondo un comunicato della presidenza congolese, sono stati i rapitori a uccidere i due italiani. Le autorità locali hanno assicurato “piena collaborazione con la magistratura italiana per chiarire dinamiche e responsabilità dell'uccisione”, ha spiegato la Farnesina con un tweet dopo una telefonata tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e la sua omologa Marie Tumba Nzeza. Sull'accaduto Di Maio terrà domani alle 9 nell'aula della Camera un'informativa urgente.

Emissario di Tshisekedi a Roma

Intanto Félix Antoine Tshisekedi, capo di Stato congolese, ha deciso di inviare a Roma un “suo emissario per portare una lettera personale al presidente del Consiglio italiano” Mario Draghi. Lo riferisce un comunicato della presidenza congolese riportato dal sito Cas-Info. Tshisekedi, in un messaggio letto dal suo portavoce in televisione, ha poi condannato "con la più grande fermezza questo attacco terrorista". Nel comunicato, inoltre, si spiega che - in una riunione tenuta da un comitato di crisi presieduto dal Comandante supremo delle forze armate della Repubblica democratica del Congo - è stato deciso di inviare oggi “una squadra della Presidenza a Goma”, per “accompagnare le inchieste in corso e render conto, regolarmente, al capo dello Stato”. "La Presidenza della Repubblica promette di fare regolarmente il punto sull'evoluzione dell'inchiesta che è appena iniziata su iniziativa del presidente", si legge ancora.

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L’imboscata

L'ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista congolese Mustapha Milambo sono stati uccisi in un agguato mentre viaggiavano a bordo di un'auto dell'Onu in una regione della Repubblica democratica del Congo, il Nord Kivu, da anni teatro di scontri tra decine di milizie che si contendono il controllo del territorio e delle sue risorse naturali. Sembra si sia trattato di un'imboscata in piena regola, probabilmente a scopo di sequestro, finita in tragedia. Il governo di Kinshasa ha puntato il dito contro le Forze democratiche di liberazione del Ruanda (Fdlr), ribelli di etnia Hutu conosciuti per il genocidio in Ruanda del 1994, che hanno stabilito la loro roccaforte nell'area dell'agguato. L'Italia ha chiesto un rapporto dettagliato alle Nazioni Unite.

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Le prime ricostruzioni

Il convoglio, composto da due vetture del Programma alimentare mondiale (Pam-Wfp), stava viaggiando verso nord, sulla strada tra Goma e Rutshuru, dove il diplomatico italiano avrebbe dovuto visitare un programma di distribuzione di cibo nelle scuole dell'agenzia dell'Onu, fresca di Nobel per la pace. Alle 10.15 (le 9.15 in Italia), le due auto sono state fermate a circa 15 km da Goma, nei pressi di Nyiaragongo, nel parco nazionale di Virunga, da un commando di 6 persone che ha aperto il fuoco, prima sparando in aria, poi uccidendo l'autista. Secondo le prime ricostruzioni, gli assalitori avrebbero portato il diplomatico e il carabiniere della scorta nella foresta. Scattato l'allarme, sul posto è arrivata una pattuglia di ranger dell'Istituto Congolese per la Conservazione della Natura, seguita da forze dell'esercito locale: ne sarebbe nato un conflitto a fuoco nel quale gli aggressori hanno ucciso Iacovacci. Anche Attanasio è stato colpito dagli spari: di chi, ancora non è chiaro. Secondo il comunicato della presidenza congolese, sono stati i rapitori a uccidere i due italiani, sparando loro a bruciapelo. "Allertate, le Ecoguardie e le Fardc", le Forze armate congolesi, "si sono messe alle calcagna del nemico. A 500 metri, i rapitori hanno tirato da distanza ravvicinata sulla guardia del corpo, deceduta sul posto, e sull'ambasciatore, ferendolo all'addome". Il corpo esangue dell'ambasciatore è stato caricato su un pick-up dai primi soccorritori, per poi essere trasferito all'ospedale di Goma. Altre tre persone sarebbero state rapite e si parla anche di alcuni feriti. Il governo congolese ha dichiarato che le autorità provinciali del Nord Kivu non erano a conoscenza della presenza dell'ambasciatore nell'area e che questo non ha permesso loro di fornirgli misure di sicurezza adeguate.

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