La ventenne era rimasta ferita da un colpo d'arma da fuoco alla testa durante le proteste contro il colpo di Stato, a Naipyidaw. Era ricoverata in condizioni critiche ed è deceduta dopo che -con il permesso della sua famiglia- sono state staccate le macchine che la tenevano in vita
È morta Mya Thwe Thwe Khaing, la ventenne che era rimasta ferita da un colpo d'arma da fuoco alla testa durante le proteste contro il colpo di Stato in Myanmar, a Naipyidaw. Si tratta della prima vittima della repressione dei generali. La giovane era ricoverata in condizioni critiche, come scrive anche la Bbc, in un ospedale della capitale ed è morta dopo che -con il permesso della sua famiglia- sono state staccate le macchine che la tenevano in vita. La notizia del suo decesso è stata data dall'ospedale (PROTESTE - COS'È LA LEGGE MARZIALE).
Ferita durante le proteste
Mya era rimasta ferita il 9 febbraio da un colpo alla testa di un mitragliatore di tipo Uzi durante una manifestazione contro i generali: secondo le analisi di video e fotografie effettuate da varie organizzazioni umanitarie, la giovane era caduta a terra dopo uno sparo mentre cercava di allontanarsi dal fronte di una manifestazione che era stata dispersa dagli idranti della polizia. I disordini erano scoppiati quando le forze di sicurezza avevano cominciato a sparare proiettili di gomma contro i manifestanti.
Non si placano le contestazioni
Nei giorni scorsi, il portavoce militare diventato vice ministro dell'informazione, Zaw Min Tun, ha confermato che Mya “è stata uccisa" e ha detto che le autorità indagheranno sulla vicenda. Intanto la giovane è diventata rapidamente un simbolo della resistenza. Il suo decesso arriva mentre non si placano le proteste in tutto il Paese per chiedere il rilascio dell'ex capo del governo civile, Aung San Suu Kyi, la fine della dittatura e l'abrogazione della Costituzione del 2008, troppo favorevole all'esercito. La giunta militare ha risposto al movimento di disobbedienza civile dispiegando i soldati nelle strade, interrompendo la notte Internet e con varie leggi che limitano i diritti dei cittadini.