La deputata americana in un Instagram live racconta come ha vissuto l’assalto al Campidoglio e come il suo trauma passato sia riaffiorato. Spiega di essersi nascosta nel bagno del suo ufficio mentre sentiva dei colpi e un uomo che urlava. “Dov'è lei? Dov'è lei?". “Pensavo sarei morta - dice la 31enne dem - le persone che ci dicono di ‘andare avanti’ usano le stesse tattiche degli aggressori”
"Sono una sopravvissuta a una violenza sessuale. E non l'ho detto a molte persone nella mia vita". È un racconto interrotto dalle lacrime quello in cui la deputata americana Alexandria Ocasio-Cortez, durante un Instagram live, racconta come ha vissuto l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio e come in quei momenti sia tornata a galla la paura legata al trauma di aver subìto in passato un’aggressione sessuale. “Pensavo sarei morta”, dice la democratica parlando degli avvenimenti di Capitol Hill.
“Quando subiamo un trauma, i traumi si accumulano"
Nel suo racconto, ripreso da molti media internazionali fra cui Bbc e The Guardian, la 31enne Ocasio-Cortez racconta di essersi nascosta nel bagno del suo ufficio al Campidoglio mentre sentiva dei colpi sui muri e un uomo che urlava: “Dov'è lei? Dov'è lei?". E parlando dell’aggressione sessuale subìta in passato, spiega: “Quando subiamo un trauma, i traumi si accumulano". "Ho capito subito che non sarei dovuta andare in bagno. Sarei dovuta andare nell'armadio - dice la deputata - Poi ho sentito che chiunque stesse cercando di entrare era entrato nel mio ufficio. Mi sono resa conto che era troppo tardi". Alla fine, continua Ocasio-Cortez, un membro dello staff le ha detto che era sicuro uscire dal bagno dove si era nascosta, e un agente di polizia del Campidoglio era nel suo ufficio. Lei e il suo team hanno lasciato l'ufficio e si sono rifugiati negli uffici della rappresentante della California Katie Porter.
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“Chi ci dice di andare avanti usa le tattiche degli aggressori”
Nel video, Ocasio-Cortez si è detta frustrata perché le è stato chiesto di "andare avanti" dopo l'attacco al Campidoglio, paragonandolo alle parole ascoltate da molti sopravvissuti a violenze sessuali. "Queste persone ci dicono di andare avanti - dice - che non è un grosso problema, che dovremmo dimenticare quello che è successo, dicendoci persino che dovremmo scusarci, queste sono le stesse tattiche degli aggressori. O meglio, sono le tattiche che gli aggressori usano”. "E così - continua - quando lo vedo accadere, come mi sento, come mi sono sentita è stato: 'Non ancora'. Non lascerò che accada di nuovo. Non lascerò che accada di nuovo a me. Non lascerò che accada di nuovo alle altre persone che sono state di nuovo vittime di questa situazione. E io non lascerò che questo accada al nostro Paese. Non lo lasceremo accadere".
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“C'è il trauma delle persone che non ti credono o cercano di umiliarti pubblicamente”
"Per così tante persone là fuori se hai subito qualsiasi tipo di trauma, il solo fatto di riconoscerlo e ammetterlo è già un enorme passo - prosegue Ocasio-Cortez - Soprattutto in un mondo in cui le persone cercano costantemente di dirti che non hai sperimentato ciò che hai vissuto o che stai mentendo. O che, sai, quelli sono traumi aggiuntivi oltre a quello che hai già sperimentato, giusto, se sei sopravvissuto a un abuso, a un abbandono, a un abuso verbale, a una violenza sessuale, sai, c'è il trauma di affrontare quello che hai passato”. "E poi c'è il trauma delle persone che non ti credono, o che cercano di umiliarti pubblicamente, o che cercano di metterti in imbarazzo - conclude - E anche questo viene interiorizzato, perché molte volte non ci vuoi nemmeno credere. Non vuoi pensare che ti sia successo. Non vuoi pensare che quella persona ti abbia ferito. Non vuoi ammettere di essere una persona che ha subito abusi, aggressioni, perché non vuoi essere 'una vittima', giusto?".