Usa, allerta terrorismo per possibili violenze di estremisti antigovernativi

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Valentina Clemente

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L'amministrazione statunitense ha emesso un’allerta terrorismo per possibili azioni violente di gruppi estremisti e antigovernativi, che non accettano l'insediamento di Joe Biden. Il Dipartimento per la sicurezza nazionale non fa riferimento a minacce specifiche ma sottolinea un deterioramento del clima in tutto il Paese, destinato a persistere nelle prossime settimane.

Estremisti violenti, motivati ideologicamente potrebbero attaccare, nuovamente, il Paese: sulla base di questo rischio, molto concreto, il Department of Homeland Security ha emesso un allarme da diffondere in tutto il Paese. Questi estremisti potrebbero agire proprio perché non accettano l'insediamento di Joe Biden a 46mo Presidente americano.

L'aspetto da sottolineare in merito a questo avvertimento è che mai, prima di oggi, il DHS aveva pubblicato qualcosa che riguardasse la sicurezza del Paese minata da terrorismo interno. Solitamente gli allarmi sono generati da governi stranieri o gruppi radicali, non estremisti nazionali.

Nessuna minaccia specifica al momento, ma il Paese è in allerta 

Allo stato attuale, non ci sono segnalazioni specifiche di dove e come potrebbero agire questi gruppi di terroristi antigovernativi. Il Dipartimento per la sicurezza nazionale, però, nel comunicato diramato, ha sottolineato che potrebbero continuare a incitare la violenza.

Questo il testo integrale del comunicato stampa: 

DHS does not have any information to indicate a specific, credible plot; however, violent riots have continued in recent days and we remain concerned that individuals frustrated with the exercise of governmental authority and the presidential transition, as well as other perceived grievances and ideological causes fueled by false narratives, could continue to mobilize a broad range of ideologically-motivated actors to incite or commit violence

 

Trump sospeso a tempo indeterminato (anche) da YouTube 

Un Paese preoccupato per altri, possibili, episodi di violenza. Il primo lo scorso 6 gennaio, quando alcuni sostenitori di Donald Trump entrarono a Capitol Hill. E proprio a causa di quel tragico evento, anche YouTube ha deciso di sospendere a tempo indeterminato la pagina del Tycoon. Dopo Twitter e Facebook, anche la società di proprietà Google, dopo un iniziale - ma temporaneo - stop il 12 gennaio, a seguito dei fatti di Washington D.C, ha deciso di bloccare per sempre la possibilità dell'ex Presidente di accedere alla piattaforma.  

STATEMENT TRUMP OFFICE

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Anche Rudy Giuliani "bloccato" dalla piattaforma

Non solo Trump. Ma anche Rudy Giuliani, suo strettissimo collaboratore, non potrà avere accesso alla piattaforma per almeno trenta giorni. Il blocco è stato imposto all'avvocato, nonché ex sindaco di New York, per aver violato ripetutamente le regole di YouTube in merito alla diffusione di fake news, con chiaro riferimento alle elezioni dello scorso novembre. Giuliani, però, potrà chiedere di avere nuovamente accesso al sito tra trenta giorni.

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