Covid, superate le 2 milioni di vittime nel mondo. Preoccupano le varianti

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Contagi e decessi hanno subito un'accelerazione decisa: in poco più di tre mesi e mezzo sono morte tante persone quante nei sei mesi precedenti. Il numero di contagi a livello globale si avvia verso quota 94 milioni. Sempre grave la situazione in Amazzonia, in Brasile, dove manca l'ossigeno. Parte la campagna di vaccinazione in India

La pandemia da coronavirus supera la soglia dei due milioni di morti nel mondo e continua ad accelerare nel mondo, avviandosi verso i 94 milioni di casi a livello globale: questa settimana i nuovi contagi sono cresciuti del 10% rispetto ai sette giorni precedenti. Un’accelerazione testimoniata dal conteggio del vittime: la soglia di un milione di decessi era stata superata lo scorso 29 settembre, quindi in poco più di tre mesi e mezzo sono morte tante persone quante nei sei mesi precedenti. E nello stesso periodo sono stati rilevati circa 60 milioni di nuovi casi (CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTALO SPECIALE).

Preoccupano le varianti del virus

A preoccupare sono in questo momento soprattutto le nuove varianti del virus che apparentemente lo rendono più facilmente trasmissibile, con il timore che ulteriori variazioni - ma è ancora soltanto una possibilità - finiscano per rendere meno efficaci i vaccini. In particolare la variante cosiddetta "brasiliana” del Covid allarma gli scienziati britannici e di altri Paesi, perché considerata potenzialmente più contagiosa di qualsiasi altra mutazione individuata finora. L'Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto uno sforzo globale per espandere il sequenziamento e la condivisione dei dati sulle nuove varianti e una maggiore collaborazione scientifica per affrontare le incognite.

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Brasile, oltre 1.000 morti in 24 ore. In Amazzonia manca ossigeno

Proprio in Brasile ieri si sono registrati 1.038 morti di Covid-19 e 66.047 nuovi contagi, secondo le autorità sanitarie locali. Il bilancio totale delle vittime dall'inizio della pandemia sale a 208.133, quello dei contagi a 8.390.341. Nel Paese l'aumento dei casi di Covid-19 in Amazzonia ha mandato in tilt il già fragile sistema sanitario locale, con conseguenze drammatiche per i pazienti Covid e di altre patologie che richiedono la somministrazione di ossigeno. In alcuni casi i medici sono costretti in alcuni casi ad utilizzare la ventilazione manuale per i pazienti Covid rimasti senza ossigeno. Ed è corsa contro il tempo per salvare 61 neonati prematuri ricoverati in terapia intensiva in vari ospedali di Manaus, capitale dello Stato dell'Amazzonia. Il ministero della Salute ha annunciato di aver reperito ossigeno sufficiente per le prossime 48 per i piccoli che necessitano di ventilazione meccanica.

A nurse stands at the entrance of the new field hospital Parque dos Atletas -built for the treatment of the new COVID-19 coronavirus patients- in Rio de Janeiro, Brazil, on May 11, 2020. - Brazil, the hardest-hit Latin American country in the coronavirus pandemic, has surpassed 10,000 deaths, according to figures released last weekend by the Ministry of Health. (Photo by Mauro Pimentel / AFP) (Photo by MAURO PIMENTEL/AFP via Getty Images)

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La Cina costruisce il primo di 6 ospedali in 5 giorni

Con il tempo record di 5 giorni, la Cina ha terminato oggi la costruzione di un ospedale da 1.500 stanze destinato ai pazienti affetti da Covid-19 per combattere un'ondata di infezioni in una città a sud di Pechino. Lo riferiscono i media statali. L'ospedale è uno dei sei previsti con un totale di 6.500 stanze in costruzione a Nangong, nella provincia di Hebei, riferisce l'agenzia di stampa Xinhua. Tutti dovrebbero essere completati entro la prossima settimana. La Cina, che ha in gran parte contenuto la diffusione del coronavirus, ha subito una nuova ondata di infezioni questo mese a Nangong e nella capitale della provincia di Hebei Shijiazhuang, a sud-ovest della capitale cinese. A livello nazionale, la Commissione sanitaria nazionale ha segnalato ieri 130 nuovi casi in 24 ore mentre 645 casi sono stati segnalati a Nangong e Shijiazhuang.

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Vaccinazioni al via in India

È partita oggi in India la campagna di vaccinazioni contro il coronavirus, che prevede entro la fine della giornata la somministrazione di 300mila dosi in oltre 3mila centri allestiti su tutto il territorio nazionale. La prima fase punta a vaccinare oltre 300 milioni di persone - pari a circa un quarto della popolazione - nei prossimi mesi. Oggi sono al lavoro nei 3.000 centri circa 150mila persone distribuite in 700 distretti: oltre a somministrare le dosi, hanno il compito di aggiornare la lunga lista dei vaccinati, che viene gestita dal governo attraverso la app CoWIN. Come negli altri Paesi del mondo, il personale sanitario avrà la precedenza. Il governo indiano ha approvato due vaccini questo mese: quello di Oxford-AstraZeneca e il Covaxin, sviluppato dalla società di biotecnologia indiana Bharat Biotech in collaborazione con un istituto governativo.

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