Usa: cos’è la valigetta nucleare del presidente, cosa c’è dentro e come funziona

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Chiamata dagli americani "Nuclear football", è fatta in acciaio ed è nascosta in un’altra valigia di pelle nera. Ha un’antenna satellitare e permette al capo della Casa Bianca di innescare - non di lanciare - un missile nucleare in qualsiasi momento. Il numero uno degli Stati Uniti eredita anche il “biscotto”, una scheda che contiene i codici necessari per lanciare l'attacco. Dopo l'assalto a Capitol Hill, la speaker della Camera Nancy Pelosi ha chiesto che a Trump fosse impedito di usarla

Gli americani la chiamano Nuclear football, e nell’immaginario collettivo contiene un pulsante che permette di lanciare missili all’istante. Ma nella realtà non funziona così la valigetta nucleare che viene consegnata al presidente degli Stati Uniti il giorno dell’insediamento, che per Joe Biden sarà il 20 gennaio. Una procedura che quest’anno sarà più complicata vista l’assenza dell’uscente Donald Trump alla cerimonia del giuramento, ma il Pentagono ha assicurato che è già stato tracciato un piano per far andare tutto liscio. Negli ultimi giorni si è tornato a parlare della valigetta perché - in seguito all'irruzione di sostenitori di Trump a Capitol Hill (FOTO) - la speaker della Camera Nancy Pelosi ha fatto sapere di aver parlato con il capo dello stato maggiore congiunto Mark Milley per prevenire qualsiasi eventuale iniziativa militare ostile o nucleare da parte del tycoon. Secondo la speaker, la situazione di "questo presidente instabile non potrebbe essere più pericolosa".

Cos’è la valigetta nucleare

Contrariamente alla credenza popolare, la valigetta non contiene pulsanti e non permette al capo della Casa Bianca di lanciare direttamente i missili ma gliene dà i poteri. Si tratta di un kit con i codici che permette al presidente americano di innescare un missile nucleare in qualsiasi momento: pesa una ventina di chili circa e contiene la procedura e l'equipaggiamento di comunicazione necessari per lanciare, ovunque si trovi, un attacco militare.

Com’è fatta e cosa contiene la Nuclear football

La valigetta nucleare è di acciaio modello Zero Hallibrurton ed è nascosta in un’altra valigia di pelle nera. È dotata di un'antenna satellitare che si può estendere per permettere al presidente di dare l'ordine ogni volta che si trova lontano da un comando fisso (dalla situation room alla Casa Bianca all'Air Force One). Contiene - ha raccontato nel 1980 Bill Gulley, direttore dell'ufficio militare della Casa Bianca, nel suo libro Breaking Cover - il "libro nero", composto da 75 pagine nere con testo bianco in formato lettera (8,5 × 11 pollici), in cui le opzioni di risposta ad un attacco nucleare sono scritte in rosso. Dentro ci sono poi anche un altro libro scritto in bianco su nero delle stesse dimensioni - che contiene una lista dei luoghi sicuri per il trasferimento del presidente - e una cartella di 8 o 10 pagine con la descrizione delle procedure per l'impiego del sistema radiotelevisivo d'emergenza. La Nuclear football segue ovunque il presidente ed è legata con una catenina al polso di uno degli addetti militari (ufficiali del grado di maggiore in su che ruotano, espressione di ognuna delle cinque forze armate Usa: Esercito, Marina, Aeronautica, Marina e Guardia costiera).

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La Nuclear football - ©Ansa

Al presidente anche il “biscotto”

Molti futuri presidenti degli Stati Uniti hanno ricevuto i codici delle armi atomiche (che vengono attivati solo dopo il giuramento) poche ore prima dell'insediamento, nella Blair House, di fronte alla Casa Bianca, la residenza dove trascorrono le ultime ore prima dell'investitura. Oltre alla valigetta, il presidente eredita anche il “biscotto”, una scheda tascabile con i codici necessari per lanciare l'attacco nucleare. In caso di un attacco, vanno comunicati attraverso un canale protetto al centro di comando del Pentagono e va decisa la portata dell'azione e l'obiettivo. I presidenti sono tenuti a portarsi sempre addosso la scheda con i codici, senza mai separarsene, mentre l'ufficiale con la valigetta è sempre a qualche metro di distanza. Una volta che il presidente ordina un attacco, i codici nucleari vengono confermati dal Pentagono e vengono tramandati lungo tutta la catena di comando, inclusi bombardieri, sottomarini e silos missilistici che compongono la triade nucleare. La "regola di due uomini" durante ogni fase garantisce che nessuna singola persona sia mai responsabile del lancio di un attacco nucleare. Le prime bombe colpirebbero i loro obiettivi entro 30 minuti dall'ordine del presidente.

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Il “biscotto” di Carter in tintoria, quello di Reagan nella spazzatura

Nel corso della storia non sono mancati alcuni incidenti legati alla scheda con i codici nucleari. Il presidente Jimmy Carter una volta aveva lasciato il “biscotto” nella tasca di una giacca che è finita in tintoria. Dopo il tentato assassinio del presidente Ronald Reagan nel 1981, la sua scheda fu gettata in un bidone della spazzatura all'ospedale della George Washington University quando il personale medico gli tolse i vestiti: l'Fbi lo recuperò subito dopo. Pare invece che il presidente Bill Clinton abbia perso il suo biscotto per diversi mesi. Inoltre, nel 1999, Clinton lasciò una riunione della Nato con così tanta fretta che l'ufficiale con la valigetta rimase da solo: è dovuto tornare a piedi, con la valigetta in mano, alla Casa Bianca. Durante la visita di Trump in Cina, nel 2017, i funzionari cinesi cercarono di impedire all'assistente militare che trasportava il Nuclear football di entrare nell'auditorium della Grande Sala del Popolo di Pechino, innescando un momento di forte tensione tra le delegazioni. Si racconta anche che nell'estate del 1974, gli ultimi giorni della presidenza di Richard Nixon segnati dalla sua depressione, il presidente abbia annunciato in una riunione con i leader del Congresso di essere in grado di "andare in ufficio e prendere un telefono, e in 25 minuti milioni di persone sarebbero morte". L'allora segretario alla Difesa, James Schlesinger, pare abbia dato ai massimi ranghi militari un ordine permanente senza precedenti: se il presidente avesse autorizzato un attacco nucleare, avrebbero dovuto consultare lui o il segretario di Stato, Henry Kissinger, prima di procedere. Gli storici, tuttavia, discutono ancora l'accuratezza dell'episodio.

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