
Covid, effetti variante inglese: lunghe code camion a Dover, rischio scaffali vuoti. FOTO
Preoccupazione e confusione nel Regno Unito dopo la decisione dei maggiori Paesi europei di chiudere a voli e trasporti da e per il Paese anglosassone a causa della scoperta della nuova variante del virus. La Francia ha interrotto per 48 ore anche il trasporto merci tra le due sponde della Manica, sia via mare che via treno. È caos nel porto più trafficato, mentre il premier Johnson assicura che le scorte alimentari non sono a rischio

C'è preoccupazione e confusione nel Regno Unito dopo la decisione dei maggiori Paesi europei di chiudere a voli e trasporti da e per il Paese anglosassone a causa della scoperta della nuova variante Covid
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La cosiddetta variante inglese del Covid fa paura e spinge la comunità internazionale a cercare di trincerarsi di fronte a un pericolo che pure circola già ben oltre il confine della Manica
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È caos nel porto più trafficato della Gran Bretagna, a Dover, dove decine di tir son fermi dopo il blocco. Lunghissime code di camion si sono formate sia in Gran Bretagna che in Francia che, oltre a vietare i viaggi in aereo, ha interrotto per 48 ore anche il trasporto merci tra le due sponde della Manica, sia via mare che via treno
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Un stop pesante che nel Regno Unito ha alimentato i timori per una mancanza di forniture di cibo e merci durante il Natale. Un blocco che impensierisce i britannici soprattutto perché arrivato all'improvviso e senza immediate contromisure e che dunque ha generato ulteriore caos in un momento già difficile in cui il Paese è sottoposto a estesi blocchi per l'emergenza Covid
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Il terminal dei traghetti nel porto di Dover dal 20 dicembre è chiuso a tutto il traffico con conducente in partenza dal Regno Unito fino a nuovo avviso a causa delle restrizioni alle frontiere in Francia

I ritardi dei tir, incolonnati a Dover per raggiungere il continente europeo, "interessano solo il trasporto merci movimentato da persone e questo rappresenta il 20% del totale in arrivo o in partenza" dal Regno Unito, ha assicurato in conferenza stampa a Downing Street il premier britannico Boris Johnson

A Londra Johnson si sforza di allontanare l'ombra del panico, assicurando che le scorte degli alimentari, dei prodotti essenziali, dei farmaci e - non ultimo - dei vaccini anti-coronavirus non sono a rischio, a dispetto degli allarmi su un potenziale incrocio devastante alle frontiere doganali fra questa ennesima allerta sanitaria di fine 2020 e le potenziali conseguenze di un no deal commerciale con Bruxelles sempre più incombente negli affannosi negoziati sulla Brexit

Johnson ha spiegato che l'incubo degli scaffali vuoti non ha ragion d'essere, almeno per ora, poiché il Regno ha stock di alimentari e altre merci vitali "solidi e robusti", mettendo in guardia contro qualsiasi corsa all'accaparramento nei supermercati

Ha quindi aggiunto di comprendere "pienamente le ansie dei nostri amici" in Europa e nel mondo per la mutazione del coronavirus individuata nelle ultime settimane a partire dal sud dell'Inghilterra grazie alla mappatura del Dna condotta su una percentuale significativa di persone testate positive al Covid

Per il premier Tory però lo stop ai camion merci "con un singolo autista a bordo" imposto in particolare dalla Francia rappresenta una risposta a "rischi molto bassi"

Un provvedimento che del resto, ha notato, colpisce ad oggi non più del 20% delle importazioni dal Vecchio Continente concentrate nel porto di Dover; e che il grosso delle spedizioni di "cibo, medicinali e rifornimenti continuano ad andare e venire normalmente"

Il tutto sullo sfondo di uno stallo negoziale con l'Ue sul dopo Brexit che per altro verso non si sblocca, ad appena 10 giorni dalla scadenza della fase di una transizione post divorzio della quale BoJo e i suoi continuano a escludere categoricamente la benché minima proroga: a dispetto del rilancio degli appelli in extremis dei partiti di opposizione, indipendentisti scozzesi in testa, e anche a rischio di un no deal, il cui effetto - intrecciato con l'ultima emergenza Covid - potrebbe davvero innescare enormi problemi alle dogane

In ogni caso il governo Tory assicura d'essere già al lavoro "in stretto contatto con i partner" per definire protocolli sanitari ad hoc utili a consentire sia una ripresa immediata dei transiti cargo sulla rotta Calais-Dover, sia un graduale ripristino dei voli e dei treni passeggeri: al momento sospesi quasi totalmente (Usa e pochi altri Paesi esclusi) per gli arrivi dal Regno (nel caso dell'Italia fino al 6 gennaio) e decimati anche sul fronte dei rientri, con masse di viaggiatori bloccati su una sponda e sull'altra e costretti a cambiare i piani natalizi

A dare un minimo di sponda agli incoraggiamenti del primo ministro britannico vi sono le indicazioni degli scienziati, che seppur prudenti sugli sviluppi tutti da verificare della variante inglese, e preoccupati per la sua apparente velocità di trasmissione, insistono ad evidenziare come non vi siano elementi tali da far pensare che questa mutazione sia più letale delle precedenti (cosa che sembrano testimoniare i dati di ieri dello stesso Regno, con un numero ancora elevato di casi quotidiani, oltre 33.000, ma un calo dei morti nelle 24 ore a 215)

Nessun segno inoltre sul fatto che possa resistere ai vaccini anti Covid in via di autorizzazione nel mondo, come fa eco fra gli altri l'agenzia del farmaco europea (Ema). Vaccini la cui distribuzione il Regno ha avviato in anticipo su tutti gli altri Paesi occidentali, ha rivendicato Johnson con orgoglio, annunciando il superamento del mezzo milione di dosi somministrate