Elezioni Usa 2020, Corte Suprema respinge il ricorso Texas-Trump per ribaltare i risultati

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La più alta corte federale del Paese ha rigettato all’unanimità l’istanza in cui si chiedeva di annullare il voto in Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin a causa dell'estensione dei termini del voto per posta. Il tycoon: “Ci ha davvero deluso. Niente saggezza, niente coraggio". Rudy Giuliani: “La battaglia legale non è ancora finita”. I repubblicani del Texas evocano la secessione

La Corte suprema degli Stati Uniti ha respinto il ricorso del Texas, sostenuto dall'amministrazione Trump e da un'altra decina di Stati, in cui si chiedeva di ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali americane del 3 novembre, che hanno dato la vittoria a Joe Biden (LO SPECIALE USA 2020). Una decisione che di fatto azzera le possibilità per il tycoon di rovesciare il verdetto dell'urna a suo favore e che conferma la strada verso l’insediamento del presidente eletto il prossimo 20 gennaio. "La Corte Suprema ci ha davvero deluso - ha commentato Trump su Twitter - Niente saggezza, niente coraggio".

In cosa consisteva il ricorso

Il ricorso è stato rigettato con una decisione presa all'unanimità dai nove giudici della Corte Suprema, che hanno quindi respinto la richiesta di annullare il voto in quattro Stati accusati di aver cambiato in modo illegale il regolamento del voto. Nell'istanza presentata martedì scorso dal Texas, con l'appoggio di Trump e di oltre 100 parlamentari repubblicani, si denunciavano Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin per l'estensione dei termini del voto per posta. I quattro Stati hanno chiesto alla Corte di respingere il ricorso e la loro richiesta è stata accolta.

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La sentenza all'unanimità

La Corte Suprema, con una sentenza di appena una pagina, sostiene che cade fuori dalla giurisdizione del Texas la modalità con cui gli altri Stati conducono il processo elettorale e quindi non vi sono le basi legali per il ricorso. La sentenza non era firmata, ma i giudici Clarence Thomas e Samuel Alito hanno dissentito rispetto alla decisione di non ascoltare neppure le argomentazioni dei querelanti. Per i due togati più conservatori, l'Alta Corte è tenuta ad ascoltare le parti nelle dispute tra gli Stati. Tuttavia, sia Thomas che Alito hanno indicato che si sarebbero schierati contro il Texas in questa causa, di fatto bocciando il ricorso all'unanimità 9 a 0. "Dal mio punto di vista, non possediamo la discrezionalità per respingere la presentazione di un'istanza di protesta che ricade sotto la nostra giurisdizione", ha scritto Alito. "Io garantirei alla mozione di essere depositata", gli ha fatto eco Thomas. Si tratta della seconda bocciatura in una settimana per Trump sui ricorsi elettorali da parte della Corte, dove siedono tre giudici conservatori da lui nominati: Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett.

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Giuliani: “La battaglia legale non è ancora finita”

Tuttavia dopo la sentenza Rudy Giuliani, avvocato personale di Trump, ha assicurato che la battaglia legale per sovvertire il risultato elettorale non è ancora finita. La decisione della Corte Suprema non sarà l'ultimo atto: "Il caso non è stato rigettato nel merito - ha spiegato Giuliani al canale tv Newsmax - Non abbiamo finito, credetemi. La risposta adesso sarà portare il caso alla corte distrettuale, su richiesta del presidente o di alcuni elettori in difesa del loro diritto costituzionale ad avere elezioni regolari".

I repubblicani del Texas evocano la secessione

La decisione della Corte Suprema non è piaciuta neanche al numero uno del partito repubblicano del Texas, Allen West, che in una nota ha invocato la secessione: "Gli Stati rispettosi della legge dovrebbero mettersi insieme e costituire un’Unione di Stati che rispetterà e si atterrà sempre alla Costituzione".

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