Prima di entrare in udienza l'attivista pro-democrazia ha criticato il sistema giudiziario di Hong Kong e difeso il ruolo degli attivisti dichiarando: "Quello che stiamo facendo ora è spiegare il valore della libertà al mondo"
Il dissidente per la democrazia a Hong Kong, Joshua Wong, si è dichiarato oggi colpevole di avere organizzato e partecipato a un'assemblea illegale per l'assedio alla sede centrale della polizia durante le proteste pro-democrazia dello scorso anno. Wong è comparso oggi nell'aula del tribunale di West Kowloon insieme ad altri due attivisti, Ivan Lam Long-yin e Agnes Chow-ting. Sottoposti a custodia cautelare, rischiano ora fino a un massimo di cinque anni di carcere. Il verdetto è atteso per il 2 dicembre prossimo. I tre sono ex membri del movimento pro-democrazia Demosisto discioltosi poche ore prima dell'entrata in vigore della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong imposta da Pechino.
La dichiarazione di colpevolezza
La decisione dei tre di dichiararsi colpevoli era stata concordata con gli avvocati e comunicata alla vigilia della comparizione in aula su Twitter. "Rispetto a duemila cittadini di Hong Kong che sono sotto processo e ai dodici detenuti in Cina, le accuse che affronto sono minime", aveva scritto ieri Wong e a ridosso dell’udienza aveva dichiarato ai giornalisti di aspettarsi di essere incarcerato aggiungendo: "Continueremo a lottare per la libertà e ora non è il momento per noi di inchinarci a Pechino e arrenderci". L'attivista pro-democrazia ha poi criticato il sistema giudiziario di Hong Kong e difeso il ruolo degli attivisti: "Quello che stiamo facendo ora è spiegare il valore della libertà al mondo".
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Le battaglie di Wong dal 2014 ad oggi
Da anni Wong si batte per difendere il diritto alla democrazia. Nel 2014 è stato il leader delle proteste studentesche del Movimento degli ombrelli. Le sue battaglie lo hanno portato alla ribalta sullo scenario internazionale, infatti in quell’anno è stato incluso dalla rivista Time come Influential Teens ed è stato candidato come Person of the year. Nel 2015 è stato riconosciuto dalla rivista Fortune come uno dei più grandi leader del mondo e nel 2017 è stato preso in considerazione per la nomina al Premio Nobel per la pace.