Covid, morto in carcere lo Squartatore dello Yorkshire: ha rifiutato le cure

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Peter Sutcliffe terrorizzò il Nord dell'Inghilterra negli anni 70 e fu riconosciuto colpevole dell'uccisione di ben 13 donne. Dopo il contagio era stato trasferito dalla prigione a una struttura ospedaliera ma non ha voluto sottoporsi alle terapie anti-coronavirus

Uno dei serial killer più tristemente famosi nella storia recente del Regno Unito, Peter Sutcliffe, è morto per Covid all'età di 74 anni. L'uomo era stato trasferito dal carcere a una struttura ospedaliera ma ha rifiutato di sottoporsi alle terapie contro il coronavirus, come si legge sul sito di Sky News (COVID: GLI AGGIORNAMENTI SPECIALE).

Sutcliffe uccise di 13 donne negli anni 70

Sutcliffe era conosciuto come lo "squartatore dello Yorkshire" (Yorkshire Ripper), un maniaco omicida che negli anni 70 terrorizzò il Nord dell'Inghilterra e che fu infine riconosciuto colpevole dell'uccisione di ben 13 donne. Uno dei figli delle vittime ha dichiarato che con la morte dell'omicida si chiude finalmente una pagina terribile della sua vita. 

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Arrestato nel 1981, fu curato per una schizofrenia paranoide

Sutcliffe era stato catturato nel 1981 e recluso inizialmente sull'isola di Wight. Condannato a diversi ergastoli, dall'84 era stato tuttavia trasferito in un'ala del Broadmoor Hospital, una clinica psichiatrica di alta sicurezza nel Berkshire (Inghilterra Sud-orientale), sulla base d'una diagnosi di schizofrenia paranoide. Nel 2016 i medici lo hanno dichiarato guarito e quindi in condizioni di tornare in galera. Era stato quindi rinchiuso nella prigione di Frankland, nord-est dell'Inghilterra. Lo avevano definito "The Yorkshire Ripper" per come infieriva sui corpi delle vittime con martelli, cacciavite, coltelli. Resta emblematica la foto del suo arresto, col pizzetto luciferino e lo sguardo raggelante.

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