Il presidente ha annunciato che gli Stati Uniti vieteranno l'importazione di sigari e rum, e proibiranno ai viaggiatori americani di soggiornare in strutture di proprietà del governo cubano. “Molto presto vedremo l’isola libera”, ha detto. La mossa ha un valore elettorale ed è pensata per conquistare l'elettorato ispanico in Florida, uno degli Stati in bilico
Gli Usa vieteranno l'importazione di sigari e rum da Cuba, e proibiranno ai viaggiatori americani di soggiornare in strutture di proprietà del governo cubano. La mossa è stata annunciata dal presidente Donald Trump alla Casa Bianca in una cerimonia per ricordare l'invasione della Baia dei Porci, il fallito tentativo di rovesciare il governo di Fidel Castro con la regia della Cia. Molti analisti hanno interpretato la decisione come una trovata elettorale, per conquistare l'elettorato ispanico in Florida, uno degli Stati in bilico. (TUTTE LE NEWS SU USA 2020)
Trump annuncia stop a sigari e rum da Cuba
"Oggi, come parte della nostra continua lotta contro l'oppressione comunista, annuncio che il dipartimento del tesoro proibirà ai viaggiatori americani di soggiornare nelle proprietà del governo cubano", ha detto Trump. "Inoltre restringeremo ulteriormente l'importazione di alcolici e tabacco", ha aggiunto. "Molto presto vedremo una Cuba libera, accadrà molto presto”, ha proseguito il tycoon nella cerimonia per onorare i veterani e i 40 anni dell'esodo di Mariel, che portò 120 mila cubani a Miami. "La mia amministrazione sta con tutti i cittadini di Cuba, Nigaragua e Venezuela nella loro lotta per la libertà e lavoriamo per il giorno in cui questo diventerà un emisfero completamente libero per la prima volta nella storia", ha proseguito. "Ora stanno succedendo un sacco di cose che non posso dirvi ma lo farò presto", ha aggiunto.
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La mossa politica
"L'America non sarà mai un Paese socialista o comunista", dice Trump, rivendicando di aver cancellato l'accordo "patetico" con la dittatura di Castro del governo Obama-Biden, che aveva ripristinato le relazioni diplomatiche e revocato varie restrizioni turistico-commerciali. Una mossa chiaramente elettorale, in un momento in cui un sondaggio Washington Post-Abc lo dà in leggero vantaggio sul suo rivale Joe Biden tra i probabili elettori della Florida (51% a 47%) e dell'Arizona (49% a 48%), anche se un'altra rilevazione della Langer Research Associates tra gli elettori registrati indica l'ex vicepresidente avanti di un punto nel Sunshine State e di due punti nello Stato della Sun Belt. In ogni caso si tratta di scarti lievi, dentro il margine di errore, a conferma di un possibile testa a testa in due Stati con forti comunità ispaniche che Trump vinse nel 2016 rispettivamente dell'1,3% e del 4,1%.
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I sondaggi
Per Biden è un campanello d'allarme, nonostante nella media dei sondaggi di RealClearPolitics sia avanti a livello nazionale del 6,8% (49,8% a 43%). In Florida gli esuli cubani e venezuelani tendono ad essere più conservatori e a votare repubblicano, tanto che l'ex vicepresidente ha puntato sui portoricani. Da vedere invece se in Arizona potrà contare anche sull'effetto dell'endorsement di Cindy McCain, la vedova dell'ex senatore repubblicano di questo Stato John McCain, già candidato alla Casa Bianca e tra i critici più feroci di Trump.