Seul ritiene che il 24enne, tornato in patria con sintomi apparentemente riconducibili al Covid, abbia deciso di eludere la sorveglianza dei militari di frontiera per evitare di rispondere a un'accusa di di stupro. Ieri, dopo la notizia, Kim Jong-un aveva dichiarato "l'allerta massima" a Kaesong, città di confine
La Corea del Sud ritiene che il disertore nordcoreano tornato in patria, ritenuto da Pyongyang un "caso sospetto" di coronavirus, non abbia contratto la malattia. L'uomo ha deciso di eludere la sorveglianza dei militari di frontiera per evitare di rispondere a un'accusa di stupro (AGGIORNAMENTI SUL COVID - LO SPECIALE). Come riferito da Yoon Tae-ho, funzionario del ministero della Salute sudcoreano, il 24enne "non era segnato come caso di Covid-19 o come persona venuta a contatto con contagiati".
La vicenda
Secondo la ricostruzione dei militari sud-coreani citati dall'agenzia Yonhap, l'uomo di 24 anni sarebbe entrato in Corea del Nord a nuoto dall'isola occidentale di Ganghwa, nel Mar Giallo, dopo essere passato attraverso un condotto di scarico per evitare il filo spinato. Fonti di polizia hanno confermato che il mese scorso l'uomo era stato messo sotto indagine per il sospetto di avere stuprato una connazionale rifugiatasi in Corea del Sud, e la settimana scorsa gli era stato vietato di lasciare il Paese.
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Lo stato di "allerta massima"
Dopo la notizia del disertore nord-coreano tornato in patria con sintomi apparentemente riconducibili alla malattia, il regime di Kim Jong-un aveva dichiarato "l'allerta massima" a Kaesong, città poco distante dal confine con la Corea del Sud. A oggi, la Corea del Nord non ha mai registrato ufficialmente contagi sul proprio territorio, innescando forti sospetti sul dato e sulla situazione sanitaria nel Paese.
Dubbi sui zero contagi in Corea del Nord
A inizio luglio, Kim Jong-un aveva parlato di un "brillante successo" nel contenimento dell'epidemia, lanciando però l'avvertimento a non abbassare la guardia per scongiurare il rischio di una crisi "inimmaginabile e irrecuperabile".
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I disertori nordcoreani
Sono oltre 30mila i disertori nordcoreani che vivono al Sud, secondo cifre di Seul. Negli ultimi cinque anni sono solo poco più di una decina le persone che hanno fatto ritorno nel regime di Kim dalla Corea del Sud.