Nella città dell’Arizona, gli agenti hanno ucciso con almeno otto colpi a bruciapelo un uomo nella sua automobile. Il caso ha scatenato polemiche: due le opposte versioni sull'accaduto, in parte documentato dal video di un passante. Gli agenti sostengono di aver sparato dopo che la vittima ha impugnato un’arma
La polizia di Phoenix, in Arizona, è sotto accusa per la morte di un uomo ispanico, ucciso nella sua auto con almeno otto colpi a bruciapelo. La nuova azione controversa è l’ennesima negli Stati Uniti già alle prese da settimane con le polemiche scatenate dalla morte di George Floyd a Minneapolis e proseguite con l’uccisione di Rayshard Brooks ad Atlanta. Una serie di vittime per cui le forze dell’ordine sono state accusate di razzismo e violenza. E che hanno contribuito all'esplosione del movimento BlackLivesMatter in tutto il mondo.
L’episodio di Phoenix e le due versioni
L’ultimo episodio è avvenuto in Arizona, dove la vittima, James Garcia, un residente ispanico, è stato ucciso in auto dai poliziotti. Il caso ha innescato polemiche e proteste anche per le due diverse e opposte versioni sull'accaduto, in parte documentato dal video di un passante. La polizia sostiene di aver ricevuto la richiesta d'aiuto da un cittadino che segnalava il ritorno di una persona armata che lo aveva aggredito giorni prima. Gli agenti hanno individuato il sospetto in una vettura parcheggiata sotto un condominio, gli hanno chiesto di uscire dall'auto ma lui avrebbe messo mano ad una pistola. A questo punto i poliziotti, che avevano circondato l'auto, hanno sparato. Nel video si vede la scena ma non se il sospetto stava brandendo un'arma. Il testimone che ha girato la clip, Steven Marry, afferma di essere un amico della vittima e che i poliziotti "hanno fatto il possibile per ammazzarlo”.