Israele, accordo di governo fra Netanyahu e Gantz per far fronte al Coronavirus

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I due sfidanti, dopo una crisi politica durata più di un anno e segnata da tre tornate elettorali, hanno firmato un’intesa per un esecutivo di emergenza nazionale. Nel Paese si contano 13.883 casi positivi, 181 decessi. Oggi Israele si è fermato per “Giorno Memoria”

Benny Gantz e Benyamin Netanyahu hanno firmato l'intesa per un governo di emergenza nazionale in Israele per far fronte alla pandemia di Coronavirus (AGGIORNAMENTI - I PAESI PIÙ COLPITI). Lo hanno annunciato i rispettivi partiti, il Likud e il Blu Bianco in un comunicato congiunto. L’intesa, firmata ieri sera a Gerusalemme, mette fine ad un periodo di crisi politica durato più di un anno e segnato da tre tornate elettorali. L'accordo prevede una rotazione nella premiership tra Netanyahu e Gantz. Il primo a guidare il governo per 18 mesi sarà l'attuale premier, poi toccherà a Gantz. In tutto ci saranno 36 ministri: a Blu Bianco vanno gli esteri, la giustizia e l’economia, al blocco della destra, religiosi compresi, le finanze, la sicurezza interna e la sanità. ”Ho promesso ad Israele un governo di emergenza nazionale che operi per salvare le vite umane ed il lavoro dei cittadini di Israele. Continuerò a fare tutto il possibile per voi, cittadini di Israele”, ha dichiarato Netanyahu. ”Abbiamo impedito una quarta tornata elettorale. Difenderemo la democrazia. Combatteremo il Coronavirus e avremo cura dei cittadini di Israele”, il messaggio diffuso da Benny Gantz (LE PROTESTE A TEL AVIV CONTRO IL GOVERNO - LE NOTIZIE DELLA FARNESINA SU ISRAELE).

Cosa prevede l’accordo

L'accordo, se durerà, è destinato a rimettere in moto un Paese che la crisi politica ha bloccato a lungo nella precarietà e in una durissima contrapposizione tra i due schieramenti di destra e centrosinistra. Una paralisi aggravata dalla incriminazione formale per corruzione, frode e abuso di potere di Netanyahu che a maggio dovrà affrontare le accuse in tribunale a Gerusalemme. Senza contare che ora - visto che Netanyahu sarà di nuovo premier - dovrebbe pronunciarsi la Corte Suprema che finora ha respinto come "premature" le petizioni contro questa eventualità. Nell'intesa - secondo i media locali - sono state recepite due questioni sulle quali si è battagliato fino all'ultimo. La prima - fortemente osteggiata dai palestinesi - riguarda il fatto che dall'1 luglio Netanyahu sottoporrà al governo o alla Knesset l'approvazione dell'annessione, in base al via libera del piano di pace di Trump, della Valle del Giordano e degli insediamenti ebraici in Cisgiordania. La seconda - importante per Netanyahu vista la sua incriminazione - è la Commissione della Knesset sulla nomina dei giudici la cui presidenza dovrebbe andare ad un parlamentare di Blu Bianco ma gradito anche al Likud che in ogni caso ne avrà la maggioranza. Contro l'accordo si sono scagliati gli ex alleati di Gantz: in primis Yair Lapid che ha denunciato "il compromesso" in atto, specie quello sulla nomina dei giudici.

13.883 i casi positivi, 181 i decessi

I casi positivi di Coronavirus in Israele sono saliti oggi intanto a 13.883, mentre i decessi hanno raggiunto la cifra di 181. Lo ha reso noto il ministero della Sanità. I malati gravi sono 142 (5 per cento in meno rispetto a ieri), e 113 di essi sono in rianimazione. Le guarigioni sono adesso salite a 4.353. Anche oggi, come negli ultimi giorni, il numero dei nuovi contagi è stato inferiore a quello delle guarigioni.

Paese intero si ferma per "Giorno Memoria"

Il Paese questa mattina alle 10 (ora locale) si è fermato al suono delle sirene - lungo due minuti - che ha commemorato i 6 milioni di ebrei uccisi durante la Shoah dai nazisti e dai loro alleati. Ovunque fossero, gli israeliani si sono alzati in silenzio chinando il capo in rispetto e memoria. Molte le persone che - chiuse a casa per le restrizioni imposte dalla lotta al Coronavirus - sono apparse ai balconi e sulle terrazze. Auto private e servizi pubblici, scarsi sulle strade per le misure contro la malattia, si sono fermati e i passeggeri sono scesi dai veicoli mettendosi sull'attenti. Il 'Giorno della Shoah e della Memoria' (Yom HaShoah) è una delle date più solenni del calendario israeliano ma quest'anno il coronavirus ha fatto sì che gran parte delle cerimonie pubbliche, compresa quella di ieri sera a Yad Vashem, si siano svolte a ranghi ridotti, con discorsi registrati, testimonianze non dal vivo e i sopravvissuti chiusi a casa.

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