Il presidente francese, in un'intervista a Corriere, La Stampa e Repubblica, spiega: "Non supereremo questa crisi senza una solidarietà europea forte, a livello sanitario e finanziario". E assicura: "La Francia si batterà per un'Europa della solidarietà"
"Non voglio un'Europa egoista e divisa". A dirlo è il presidente francese, Emmanuel Macron, che ha accettato di rispondere a una serie di domande scritte di La Stampa, Repubblica e Corriere della Sera nella prima intervista rilasciata a dei media stranieri da quando è cominciata l’emergenza coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI). "La Francia è al fianco dell'Italia", assicura Macron che poi avverte: "Non supereremo questa crisi senza una solidarietà europea forte, a livello sanitario e finanziario" (SPECIALE - MAPPA E GRAFICI DEL CONTAGIO IN ITALIA - I CASI NEL MONDO).
Il dibattito sui Coronabond
Il presidente francese analizza anche quanto emerso al Consiglio europeo di giovedì scorso, quando "dieci Paesi dell'eurozona, rappresentanti del 60% del suo Pil, hanno esplicitamente sostenuto" l'idea di "Coronabond", di "una capacità di indebitamento comune, quale che sia il suo nome, oppure di un aumento del bilancio dell'Unione europea per permettere un sostegno reale ai Paesi più colpiti da questa crisi". "Alcuni Paesi, tra cui la Germania - ha continuato Macron - hanno espresso le loro reticenze. Abbiamo deciso di continuare questo fondamentale dibattito, al più elevato livello politico, nelle prossime settimane".
Macron: "Come Conte non voglio Ue del minimo comune denominatore"
"Come Giuseppe Conte, non voglio un'Europa del minimo comune denominatore. Il momento è storico: la Francia si batterà per un'Europa della solidarietà, della sovranità e dell'avvenire", ha poi precisato. Quanto alla crisi sanitaria e al modello di reazione dell'Italia e della Francia all'epidemia, Macron ricorda che nel suo Paese sono state prese "le misure più forti e al più presto". E sempre con un riferimento alla situazione italiana, ha poi spiegato: "Abbiamo imparato dalle esperienze dolorose del vostro Paese e dalle decisioni coraggiose prese dal vostro governo: molti Paesi europei giudicavano eccessive tali restrizioni, oggi tutti le attuano perché sono indispensabili nella nostra guerra contro il virus".