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Coronavirus, nave sbarcata in Cambogia senza controlli: monitorati 5 italiani

Mondo

La nave da crociera, dopo il no di 5 Paesi, ha attraccato il 14 in Cambogia e fatto sbarcare delle persone, tra cui una 83enne Usa poi risultata positiva. Si cerca chi ha avuto contatti. Rintracciati 3 italiani, sono sotto controllo. Ancora a bordo 2 italo-brasiliani

Dopo la Diamond Princess, ancorata nella baia di Yokohama e i cui passeggeri sani cominceranno a sbarcare mercoledì, l’allarme per il coronavirus si sposta anche su un’altra nave da crociera. Si tratta della Ms Westerdam. L’imbarcazione, dopo il rifiuto di Thailandia, Giappone, Taiwan, Guam e Filippine, nei giorni scorsi è riuscita ad attraccare in Cambogia e il 14 febbraio ha fatto sbarcare - senza controlli particolari o alcuna forma di quarantena - oltre mille passeggeri (tra cui 3 italiani) nel porto di Sihanoukville (FOTO). Due giorni dopo però, il 16 febbraio, una donna americana di 83 anni che si trovava a bordo è risultata positiva al test del coronavirus. Ora le autorità della Cambogia e l'armatore della nave stanno cercando di rintracciare tutti i passeggeri che sono scesi, mentre circa altri mille sono ancora a bordo (tra cui 2 italo-brasiliani). Tra le persone scese venerdì, ci sono anche tre italiani. Il ministero della Salute ha fatto sapere che sono stati rintracciati e sono tutti monitorati e sotto controllo: uno è rientrato in Italia, uno in Germania e uno in Slovacchia, non hanno sintomi e sono in isolamento domiciliare volontario (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - FEBBRE NON È IL PRIMO SINTOMO - MAPPA ANIMATA DELLA DIFFUSIONE - NUMERI E DATI - PER LA PRIMA VOLTA IN CINA LE GUARIGIONI SUPERANO I CONTAGI - LE DONAZIONI DI SANGUE IN CINA).

La donna risultata positiva al coronavirus

La donna è risultata affetta da Covid-19 allo scalo malaysiano di Kuala Lumpur. Ha ammesso di essere stata "sorpresa" di essere stata autorizzata a fare un tour della capitale cambogiana prima di ricevere il via libera completo dal virus. Alcuni dei passeggeri scesi dalla nave si trovano ora nella capitale cambogiana Phnom Penh, dove verranno sottoposti a test sul coronavirus. Altri, però, avrebbero già lasciato la Cambogia e si sarebbero imbarcati su voli commerciali per rientrare nei rispettivi Paesi. Almeno 145 di questi sono passati per la Malaysia, dove l'83enne americana è stata trovata positiva, e sono partiti per gli Stati Uniti, l'Europa, l'Australia e Hong Kong.

La nave partita da Singapore il 16 gennaio

La nave Westerdam, che fa capo alla compagnia britannico-americana Holland America Line, ha ormeggiato in Cambogia dopo che altri cinque Paesi asiatici avevano rifiutato l'attracco, proprio per timore del virus, lasciandola in mare per 10 giorni. Sulla nave c’erano oltre 2.200 persone: 1.455 passeggeri e 802 membri dell'equipaggio. I primi esami eseguiti su una trentina di passeggeri avevano dato esito negativo. La nave era salpata da Singapore il 16 gennaio con un itinerario che all’inizio prevedeva soste nelle Filippine, Taiwan, Giappone, Corea del Sud e per concludere in Cina, per poi spostare la destinazione da Shanghai a Yokohama. Ha effettuato tappe in Thailandia, Cambogia, Vietnam e Hong Kong. A Hong Kong sono scesi 1.254 passeggeri e ne sono saliti altri 768. Nel frattempo Filippine e Taiwan avevano annunciato la chiusura dei porti e le autorità giapponesi hanno negato l'ingresso. La compagnia aveva annunciato l'intenzione di attraccare a Laem Chabang, in Thailandia, per consentire lo sbarco dei passeggeri, ma la sosta è stata negata.

L’attracco in Cambogia

Il 12 febbraio, dopo il rifiuto di altri Paesi, la Cambogia ha autorizzato la nave ad attraccare nella città portuale di Sihanoukville. Da venerdì 14, oltre mille persone - 1.010 secondo il ministro della Sanità cambogiano, 1.200 secondo altre fonti - sono state fatte sbarcare, mentre 233 passeggeri e 747 membri dell'equipaggio sono rimasti sulla Westerdam, che è ancora ormeggiata a Sihanoukville. A bordo anche due italo-brasiliani: secondo il ministero della Salute, sono in attesa del risultato dei test per il coronavirus, in contatto costante con la nostra ambasciata e in procinto di tornare direttamente in Brasile. Il premier cambogiano Hun Sen, Paese alleato di Pechino, venerdì ha abbracciato i passeggeri a terra cercando di sfruttare la pubblicità dalla vicenda della Westerdam per una nazione più spesso sotto i riflettori per le violazioni dei diritti umani. La sua posizione ha avuto il plauso del presidente Usa Donald Trump. La Cambogia aveva anche fatto sapere di aver effettuato controlli sanitari sui passeggeri sbarcati prima di autorizzarli a rientrare nei rispettivi Paesi. La donna degli Stati Uniti poi risultata infetta è stata tra i primi a sbarcare dalla nave. Ora Hun Sen ha negato le accuse di negligenza e si è giustificando dicendo che il Paese ha dovuto aiutare, ha dovuto affrontare "una crisi umanitaria". "Siamo accusati di aver importato l'epidemia in Cambogia, ma nessun cittadino cambogiano è infetto", ha detto il premier. Nel Paese c'è finora solo un caso confermato di coronavirus: un turista cinese che si è ripreso.

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