Coronavirus, una donna evade dalla quarantena a San Pietroburgo: "Era una gabbia"

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Di ritorno dalla Cina, era risultata negativa ai test, ma i medici avevano stabilito per lei un periodo di osservazione di 2 settimane. La fuga pianificata con una mappa e realizzata "scassinando" la serratura magnetica. Nella stanza, ha detto, "condizioni tremende"

È evasa dalla clinica in cui era stata posta in quarantena, dopo essersi presentata con un mal di gola dopo un viaggio nella provincia cinese dell'Hainan. È la storia di una donna di 32 anni, Alla Ilyina, che è riuscita a fuggire dall’ospedale Botkinskaya di San Pietroburgo, dove i medici avevano deciso di trattenerla, come da prassi, in osservazione per due settimane, pur essendo risultata negativa ai test del coronavirus (ULTIMI AGGIORNAMENTI - MAPPA ANIMATA DELLA DIFFUSIONE - GLI EVENTI ANNULLATI NEL MONDO). Ma dopo due giorni "d'isolamento", la donna ha “scassinato” la serratura magnetica ed è scappata. "Era una gabbia, non capisco perché avrei dovuto rimanere", ha raccontato al Moscow Times.

“Condizioni tremende”

La donna ha raccontato come, "da cittadina responsabile", abbia contattato i servizi sanitari dopo aver accusato un mal di gola al rientro dal viaggio in Cina. Da qui il ricovero preventivo che, nel giro di una notte, si è trasformato in coatto, per almeno 14 giorni. Le condizioni, dice, erano tremende: una stanza squallida, niente internet, scarsa attenzione del personale medico, dubbia pulizia. Così, al secondo giorno di ricovero, la decisione di fuggire (IN VIETNAM UNA CITTA' IN QUARANTENA - AMBASCIATA CINA IN ITALIA: "BASTA AGGRESSIONI").

Il piano di fuga

La donna ha anche pubblicato un video su Instagram in cui spiega dettagliatamente come ha fatto a fuggire dalla clinica. "Prima ho disegnato una mappa e fatto un piano dettagliato. Quando è arrivata la sera e il personale medico ha abbassato la guardia, ho messo in corto circuito la serratura magnetica nella mia stanza e ho aperto la porta: ho studiato fisica, il che mi ha aiutato", ha raccontato Ilyina. "La nostra Costituzione garantisce la libertà, non capisco perché dovevo stare in gabbia in ospedale", ha dichiarato al giornale.

Il primario della clinica: “Responsabilità penale non è esclusa"

Il primario della clinica, Alexei Yakovlev, ha però criticato la donna parlando con la testata Fontanka, di San Pietroburgo. "La ragazza - ha detto - ha ricevuto un ordine dal Rospotrebnadzor (l'Autorità sanitaria, ndr) per il ricovero e l'osservazione per 14 giorni in ospedale. In caso di minaccia di diffusione di malattie particolarmente pericolose il responsabile sanitario ha il diritto di introdurre misure restrittive. In alcuni casi, se ciò comporta conseguenze per altri, la responsabilità penale non è esclusa". Il primario ha poi detto di aver denunciato la ragazza alla polizia. Ilyina ha raccontato di essere scappata venerdì 7 febbraio e dice che da allora non è stata contattata né dalla polizia né dall'ospedale.

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