Coronavirus, sui social si diffonde l'hashtag anti-razzista #IoNonSonoUnVirus
Una vera e propria campagna a supporto delle persone asiatiche che in questi giorni stanni subendo, non solo in Italia, episodi di intolleranza perché associate al virus cinese. Su Twitter sono in tanti a fotografarsi con un cartello in mano o a esprimere solidarietà
#IoNonSonoUnVirus: è questo l'hashtag molto usato sul web in appoggio e solidarietà nei confronti delle persone asiatiche. Molte di loro, infatti, sono state vittime di razzismo perché associate al Coronavirus (Foto: Twitter)
Coronavirus: gli aggiornamenti
“Io sono cinese, ma non sono un virus!! So che tutti hanno paura del virus, ma nessun pregiudizio, per favore”. Con queste parole, scritte in francese su Twitter e seguite dall’hastag #JeNeSuisPasUnVirus, Lou Chengwang ha lanciato nei giorni scorsi la campagna sui social, diventata virale in poche ore
Anche altre persone di origini asiatiche si sono fotografate con un cartello simile in mano. L'immagine di una ragazza asiatica con un foglio che mostra l'hashtag e la sua traduzione in cinese è una delle più condivise dagli utenti su Twitter (Foto: Twitter)
"Sono cinese, ma non sono un virus", la campagna condivisa sul web
C'è chi invece mostra solidarietà annunciando di non voler per nessun motivo boicottare la cucina asiatica (Foto: Twitter)
LO SPECIALE
"Ignoranza e dicerie uccidono più di un virus", scrive in inglese questa utente postando l'hashtag in lingua spagnola (Foto: Twitter)
Virus Cina: l’incubazione, i sintomi e come si trasmette. FOTO
"L'ignoranza uccide più di qualsiasi epidemia", sostiene questo tweet (Foto: Twitter)
"Maschera + Asiatico non vuol dire Virus". Un messaggio emblematico supportato dall'hashtag #ImNotaVirus (Foto: Twitter)
(Foto: Twitter)
La traduzione anche in francese dell'hashtag che si sta diffondendo sul web (Foto: Twitter)
"Smettila di usare il virus come scusa per esprimere la tua me**a razzista": questo il messaggio che appare all'interno di un biscotto della fortuna, tipicamente cinese (Foto: Twitter)
Emblematica anche questa vignetta: "Isteria collettiva" (Foto: Twitter)
"La paura giustifica la discriminazione?", si chiede questo utente nel suo post (Foto: Twitter)