Usa, media: Trump prepara un allargamento del “travel ban”

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(Getty)

La Casa Bianca vorrebbe espandere la lista di Paesi con restrizioni agli spostamenti e all’ingresso verso gli Stati Uniti. Intanto il Texas diventa il primo Stato a rifiutare di accogliere rifugiati nel 2020: il tycoon aveva lasciato ai singoli Stati la scelta

L’amministrazione del presidente degli Usa Donald Trump starebbe considerando l’ipotesi di espandere ad altri Paesi il “travel ban”, il contestato bando emanato dalla Casa Bianca contro gli arrivi negli Usa da alcuni Stati. La notizia viene riportata da diversi media internazionali che citano fonti anonime. Al momento non sono stati resi noti i nuovi Paesi che potrebbero essere inclusi nella lista, ma pare che negli ultimi giorni stia circolando una bozza nelle stanze del potere di Washington. Si tratterebbe di una mossa netta, proprio all'inizio di una campagna elettorale che sarà incentrata ancora una volta sulla lotta all'immigrazione.

Le indiscrezioni

Una bozza del progetto sarebbe circolata alla Casa Bianca ma i nomi dei Paesi aggiunti sono stati oscurati. Si pensa che possano essere alcuni tra quelli inclusi nella primissima versione del “travel  ban” nel gennaio 2017 e poi rimossi (ad esempio Ciad, Iraq e Sudan). L'ultima versione del bando, prevede restrizioni per Iran, Libia, Somalia, Siria, Yemen, Venezuela e Corea del Nord. Nel giugno del 2018 le controversie legali scaturite dal “travel ban” finirono anche davanti alla Corte Suprema che confermò, con un voto a maggioranza 5-4, la terza versione del provvedimento relativa a 7 Paesi (IL CASO DELLA DONNA YEMENITA CON IL FIGLIO MALATO - NEGATO VISTO A 16ENNE SIRIANA SFIGURATA IN GUERRA).

Texas diventa primo Stato a rifiutare rifugiati

Intanto negli Usa, il Texas diventa il primo Stato a rifiutare di accogliere i rifugiati nel 2020, in base all'ordine del presidente Trump, che a settembre aveva lasciato ai singoli Stati Usa la scelta di accettarli o meno. Il governatore Greg Abbott ha spiegato in una lettera al dipartimento di Stato che il Texas deve concentrare i suoi finanziamenti "su quelli che sono già qui, contando anche i rifugiati, i migranti e i senzatetto, di fatto tutti texani". E che lo Stato, che ha accolto dal 2010 circa il 10% dei rifugiati accettati dagli Usa, deve far fronte ad un "problema migratorio sproporzionato" con l'arrivo dal 2018 di decine di migliaia di migranti attraverso il confine messicano.

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