Alessandro Barbero: "L’università? Non mi manca perché sono circondato da giovani"

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Ludovica Passeri

Ludovica Passeri

Lo storico piemontese al Salone del Libro ci ha svelato i suoi segreti per una lezione di storia accattivante e godibile. 

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Dopo la sua conferenza sulla "Storia immaginaria" al Salone del Libro di Torino, Alessandro Barbero ha raggiunto lo stand di Laterza per il firmacopie. Un fila lunghissima di giovanissimi, incantati dai suoi “trip storici”, per dirla a parole loro. Alla kermesse torinese l’ex docente dell’università del Piemonte orientale ha presentato  “All'arme! All'arme! I priori fanno carne!” dedicato alle più spettacolari insurrezioni dell’ultimo millennio. Ma qual è il segreto dello storico che spopola tra la GenZ? 

I segreti del successo

Abbiamo chiesto di dirci quali sono gli ingredienti per una lezione di storia accattivante e godibile. “Il primo è essere appassionati di quello che si sta per raccontare e poi essere onesti intellettualmente: dire la verità facendo capire ai propri studenti che non è sempre facile farlo”. Il terzo però non dipende da chi impartisce la lezione, ma da chi ascolta: “Che quelli che sono venuti a sentirti vogliano starti a sentire”.

Barbero dopo la pensione

Barbero è in pensione da gennaio, mese in cui ha lasciato la cattedra di Storia medievale all’'Università del Piemonte Orientale a Vercelli. È diventato subito virale in rete l’applauso dei suoi studenti alla fine della sua ultima lezione accademica. “L’insegnamento? Non mi manca”, risponde a Sky TG24. “Mi mancherebbe se non avessi mille occasioni per incontrare giovani e per andare nelle scuole. Quel contatto grazie alla mia attività di divulgatore rimane".

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