Boeing, il ceo Dennis Muilenburg si dimette dopo la crisi del 737 Max

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Cambio ai vertici del colosso dell'aviazione dopo i difetti riscontrati su alcuni modelli: dopo le dimissioni dell'amministratore delegato, al suo posto è stato nominato David Calhoun. "Credo fermamente nel futuro di Boeing e del 737 Max", dice

L'amministratore delegato di Boeing, Dennis Muilenburg, si è dimesso. La decisione arriva probabilmente a seguito della crisi dei 737 Max, modelli sui quali sono stati riscontrati alcuni difetti da parte delle compagnie aeree. Al suo posto la società ha nominato ceo il presidente David Calhoun, a partire dal 13 gennaio. In una nota Calhoun ha fatto sapere di credere "fermamente nel futuro di Boeing e del 737 Max".

"Riportare fiducia nella società"

Il consiglio di amministrazione di Boeing ha deciso che un cambio della leadership "era necessario per riportare fiducia nella società. Sotto la nuova leadership, Boeing - si legge in una nota - opererà con un rinnovato impegno alla trasparenza", inclusa una migliore comunicazione con la Federal Administration Aviation, le autorità a livello globale e i consumatori. Muilenburg "si è dimesso con effetto immediato sia da amministratore delegato sia da componente del consiglio di amministrazione. Il chief financial officer di Boeing, Greg Smikth, sarà amministratore delegato ad interim nel breve periodo di transizione durante il quale Calhoun" risolverà i suoi impegni extra Boeing.

La crisi dei 737 Max

Dopo due disastri aerei, che avevano causato in totale 346 vittime, la gestione da parte della compagnia della messa a terra del jet 737 Max aveva subito una battuta d'arresto. Muilenburg e la compagnia hanno a lungo sostenuto che il 737 Max era un aereo sicuro, nonostante gli investigatori collegassero gli incidenti a gravi problemi al software del jet. Nell'ottobre del 2018 c'è stato il primo incidente di un 737 Max, quello di un volo Lion Air in Indonesia. Qualche mese dopo, a marzo 2019, è caduto anche un aereo della Ethiopian Airlines nei pressi di Addis Abeba. A seguito delle due tragedie, nella primavera del 2019, le autorità di controllo internazionali hanno costretto la Boeing a tenere a terra gli arerei, in attesa degli esiti delle indagini sui due incidenti. Muilenburg aveva sempre minimizzato i due disastri, sminuendo gli errori tecnici e di progettazione della sua azienda.

Il test di volo fallito

A peggiorare la posizione di Muilenburg è stato anche il fallimento, il 21 dicembre, del test di volo di una capsula spaziale. La Starliner non ha raggiunto la giusta orbita per attraccare alla Stazione Spaziale Internazionale e questo incidente ha sollevato nuove critiche sulla capacità del management Boeing di realizzare grandi imprese. Il Ceo, che con la crisi del 737 Max aveva già perso la doppia carica di presidente, è stato ritenuto in parte responsabile anche di questo fallimento.

Crisi Boeing potrebbe costare più di 10 miliardi

La Boeing stima che la crisi del 737 Max potrebbe costare circa 10 miliardi di dollari, ma gli analisti prevedono che la cifra potrebbe salire almeno del doppio. Muilenburg è stato ceo di Boeing a partire dal 2015. Sotto il suo mandato, prima della messa a terra del 737 Max, le azioni della società erano più che triplicate.

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