Secondo fonti del partito laburista, l'8 gennaio 2020 inizieranno le consultazioni all'interno del partito per la successione del primo ministro travolto dall’inchiesta sulla morte della giornalista. Intanto, l’imprenditore Fenech incriminato per concorso in omicidio
Il premier maltese Joseph Muscat - travolto dal Caso Daphne Caruana Galizia, la giornalista uccisa il 16 ottobre 2017 - lascerà il suo incarico il 18 gennaio prossimo. A riferirlo sono fonti del partito laburista vicine al primo ministro e citate dal Times of Malta. In base a quanto trapelato, l'8 gennaio 2020 inizieranno le consultazioni all'interno del partito per la successione di Muscat. Verrebbe dunque smentita la nota dello stesso governo maltese che nei giorni scorsi aveva confermato la volontà da parte del premier di continuare il suo mandato. Intanto, come riferisce il Malta Independent, l'imprenditore maltese Yorgen Fenech è stato incriminato per concorso in omicidio per la morte della giornalista.
L'incriminazione dell'imprenditore Yorgen Fenech
Yorgen Fenech - 37 anni, imprenditore e re dei casinò, ex ad del Tumas Group (la principale holding di Malta) e proprietario della 17Black di Dubai - è stato accusato di essere il mandante dell’assassinio dall'intermediario, il tassista-usuraio Melvin Theuma che ha ottenuto la grazia per le prove che ha portato. Oggi, al Tribunale della Valletta, si è tenuta l’udienza davanti al magistrato Audrey Demicoli per la sua incriminazione formale. In apertura di udienza, l’uomo è stato accusato di “aver organizzato o finanziato un crimine compiuto il 16 ottobre 2017, di essere stato complice nell'assassinio di Daphne Caruana Galizia e di essere stato complice con terze persone di essersi procurato gli esplosivi per l'assassinio". Fenech, arrivato in aula scortato da 8 poliziotti, si è dichiarato non colpevole - anche se la difesa si è riservata il diritto di presentare tale richiesta in una fase successiva del dibattimento) e non ha richiesto la libertà su cauzione.
A Fenech sequestrati beni e passaporto
Nei confronti di Fenech è stato disposto anche il sequestro dei beni mobili e immobili, del passaporto e delle carte di credito. L'imprenditore, che era stato arrestato il 20 novembre all'alba, mentre cercava di lasciare l'isola a bordo del suo yacht, è stato portato via dall'aula giudiziaria in un furgoncino della polizia per trascorrere la notte in stato di fermo.
Ancora proteste nella capitale
Intanto, l'ong maltese Repubblika ha convocato per le 16 di domani, 1 dicembre, sotto la sede del Parlamento a La Valletta una nuova manifestazione di protesta, l'ottava da quando l'indagine sull'assassinio di Daphne Caruana Galizia ha coinvolto le più alte sfere del governo e dell'imprenditoria maltesi. Già venerdì 29 dicembre migliaia di persone avevano riempito la grande piazza davanti all'Auberge de Castille, sede del governo alla Valletta chiedendo le dimissioni del premier Joseph Muscat.
Le indagini
Per l’omicidio della giornalista sono stati arrestati a Malta, nel dicembre 2017, dieci uomini. Poco dopo alcuni di loro sono stati rilasciati, mentre tre sono stati incriminati come esecutori materiali dell’uccisione: si tratta dei fratelli George e Alfred Degiorgio e di Vincent Muscat, che si sono dichiarati non colpevoli davanti al giudice. Soltanto nel novembre del 2018 i media maltesi fanno sapere che gli investigatori avevano identificato i mandanti dell’omicidio della giornalista, senza però fornire ulteriori indicazioni su chi fossero le persone sospettate e se provenissero dal mondo criminale, economico o politico. Il 19 novembre 2019 la polizia maltese ha detto di aver arrestato un uomo sospettato di essere l’intermediario tra il mandante dell’uccisione e chi ha materialmente commesso l’omicidio. A giugno scorso, inoltre, il Consiglio d’Europa (organizzazione con sede a Strasburgo che non ha nulla a che fare con l’Unione Europea) aveva criticato duramente le autorità di Malta per non aver garantito indagini indipendenti ed efficaci sull’uccisione della giornalista.