Muro di Berlino, viaggio tra le città oltre la Cortina di ferro. VIDEO

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Viaggio in FlixBus tra le città che stavano oltre la cortina di ferro, alla ricerca dei simboli e delle testimonianze del crollo dei regimi comunisti, avvenuto nel 1989

Da Berlino a Varsavia, da Praga a Budapest fino a Timisoara, in Romania. Fare un viaggio tra le città che stavano oltre la cortina di ferro, fino a trent'anni fa, era impensabile, se non addirittura impossibile. Poi, dopo il crollo del Muro e della stessa Cortina, sono caduti anche i vincoli e le restrizioni, tanto che molti dei Paesi che facevano parte del blocco sovietico oggi sono nell'area Schengen. E si possono visitare facilmente, con mezzi di trasporto economici e accessibili a tutti: noi abbiamo scelto i pullman di FlixBus, la compagnia low cost che collega centinaia di città in tutta Europa, per andare alla ricerca dei simboli e delle testimonianze del crollo dei regimi comunisti, avvenuto nel 1989.

BERLINO-VARSAVIA (GUARDA IL VIDEO)

 Dopo l'incontro con Monika, una signora di 81 anni che ci racconta i suoi ricordi della notte in cui cadde il Muro, ci mettiamo in viaggio sul nostro primo bus che da Berlino va a Varsavia. A bordo incontriamo due turisti argentini che viaggiano nell'Europa dell'Est e una signora cinese che – con nostra sorpresa – ci dice di ricordare bene il crollo del Muro, ma non la rivolta di Piazza Tienanmen. Cezary, invece, ci anticipa ciò che ci diranno tutte le persone che incontreremo a Varsavia: i polacchi rivendicano con orgoglio di essere stati i primi a far cadere il comunismo ma, con cruccio, ammettono che i negoziati tra il regime e Solidarnosc non ebbero né la forza simbolica, né l'impatto mediatico del crollo del Muro.

VARSAVIA-PRAGA (GUARDA IL VIDEO)

 Alla ragazza polacca che incontriamo sul secondo bus i genitori hanno raccontato della necessità dei visti per viaggiare, durante gli anni del regime, anche all'interno della stessa Polonia. Oggi, invece, per andare da Varsavia a Praga non serve nemmeno la carta d'identità. A guidarci nella capitale ceca è Petr Kautsky, un traduttore che negli anni '90 è stato anche l'interprete personale dell'ex presidente Havel: Petr ci porta nei luoghi della Rivoluzione di Velluto, dove lui stesso manifestò nei giorni che, nel novembre dell'89, portarono alla caduta del regime nell'ex Cecoslovacchia. L'ultima tappa della nostra giornata a Praga è il museo delle Trabant, l'automobile che -da orgoglio della DDR- divenne uno dei simboli della fuga a Ovest.

PRAGA-BUDAPEST (GUARDA IL VIDEO)

 Nel terzo viaggio facciamo scalo in Slovacchia, dove si ferma Karolina, una trentottenne che - un po' in italiano, un po' in spagnolo - ci ha raccontato a bordo i suoi ricordi della Rivoluzione di Velluto vissuta a Bratislava. Arrivati a Budapest, invece, incontriamo Filippo Farkas, un consulente economico che ci fa da guida nel ricordo del padre Janos, che fu un profugo ungherese scappato a Bologna dopo l'invasione sovietica del '56. Tra le statue della propaganda socialista conservate al Memento Park, un museo disadorno e fuori città, Filippo ci racconta le peripezie vissute dal padre, il suo primo viaggio nell'Ungheria comunista e, infine, la festa di popolo con cui fu accolto l'avvento delle riforme democratiche.

BUDAPEST-TIMISOARA (GUARDA IL VIDEO)

 Lasciata la capitale ungherese, per la prima volta in tutto il nostro viaggio in Flixbus ci fermiamo alla frontiera per il controllo dei documenti: la Romania è nell'Unione Europea ma non fa parte dell'area Schengen. Il viaggio oltre l'ex Cortina di ferro si conclude a Timisoara, la città da cui partì la rivoluzione che travolse Ceausescu, con mille morti in dieci giorni. A differenza delle transizioni avvenute negli altri Paesi dell'Est, qui la rivolta fu rapida e cruenta: all'esercito e alla polizia fu dato l'ordine di sparare, ma le proteste non cessarono. Timisoara fu la prima città a dichiararsi libera, come ci racconta -ancora con emozione- Ioan Savu, un ex operaio che si ritrovò tra i leader della rivoluzione: "Il potere, ormai, è là fuori" gridò al primo ministro romeno, mostrandogli la piazza stracolma di manifestanti.

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