Le forze curdo-siriane si sono accordate con la Russia per consentire all'esercito governativo siriano di entrare in due località chiave nell'est siriano. Oggi la guerra in Siria sul tavolo della riunione dei ministri degli esteri dell’Unione europea a Lussemburgo
Accordo tra le forze curde e il regime di Bashar al Assad per far entrare le truppe di Damasco a Manbij e a Kobane per respingere l’offensiva turca in corso nell’area (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI). A mediare l’intesa la Russia di Vladimir Putin. Secondo fonti curde e siriane, infatti, l'invio del contingente sarebbe il frutto di "negoziati" tra esponenti delle Forze democratiche siriane dell'amministrazione semiautonoma curda nel Nord-Est della Siria e del governo siriano presso la base aerea russa di Hmeimim a Latakia, in Siria.
Secondo quanto comunicato dall'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, le prime truppe di Damasco sarebbero entrate a Tal Tamr, cittadina a una ventina di chilometri dal confine turco. La popolazione locale avrebbe dato il benvenuto ai soldati, schierati dal governo siriano in seguito all'accordo di ieri con le milizie curde per contrastare l'offensiva turca.
Italia chiede a Ue stop a vendita armi alla Turchia
Il tema Siria sarà oggi sul tavolo della riunione dei ministri degli esteri dell’Unione europea a Lussemburgo. L’Italia chiederà lo stop alla vendita di armi alla Turchia e Francia e Germania ribadiranno l’appello congiunto affinché Erdogan fermi l’offensiva. La nota ufficiale di Palazzo Chigi arriva dopo l’annuncio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio dal palco di Italia 5 Stelle: “Il Governo è al lavoro affinché l’opzione della moratoria nella vendita di armi alla Turchia sia deliberata in sede europea quanto prima possibile”. L’esecutivo giallorosso chiede una risposta univoca dell’Ue, al di là delle prese di posizione dei singoli Stati, Germania e Francia in primis, che hanno già hanno annunciato il blocco dell’export di armi verso Ankara.
Emmanuel Macron e Angela Merkel hanno lanciato dall'Eliseo un appello congiunto per una cessazione delle operazioni militari turche contro le forze curde in Siria, che - hanno detto i due leader - "rischia di creare una situazione umanitaria insostenibile e di aiutare l'Isis a riemergere".
L'assassinio dell'attivista Hevrin Khalaf
Le ong parlano di 24 civili trucidati a sangue freddo dai miliziani filo-turchi nel nord-est della Siria. Tra loro l’attivista per i diritti delle donne Hevrin Khalaf, 35 anni, segretaria generale del Partito Futuro siriano. La donna, con il suo autista, sarebbero stati assassinati su un'autostrada dopo essere stati prelevati dalle loro auto da milizie sostenute dalla Turchia.
Trump: "L'Europa prenda i prigionieri dell'Isis"
“L’Europa deve prendersi i prigionieri dell’Isis” scrive su twitter Donald Trump. “Avrebbe dovuto farlo prima – continua il Presidente - senza permettere loro di scappare. Quei prigionieri non verranno mai negli Usa, non lo permetteremo”. “Il presidente Donald Trump ha le mani sporche di sangue per aver abbandonato i nostri alleati curdi", la risposta dell'ex comandante della coalizione internazionale anti-Isis, il generale americano John Allen, che ricoprì l'incarico durante l'amministrazione Obama dopo esser stato capo delle forze Usa in Afghanistan. "Le conseguenze dell'attuale crisi erano del tutto prevedibili e nonostante questo gli Usa hanno dato la luce verde", denuncia Allen che parla di "pulizia etnica in corso". "Questo e' quello che succede quando il presidente Trump segue il suo istinto e si allinea con gli autocrati".