Siria: uccisi due giornalisti, uno straniero. Truppe di Damasco verso Nord

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Il ministero della Difesa turco: conquistate Suluk e Tel Abyad. L'Onu: 130 mila sfollati. Per l'Osservatorio siriano per i diritti Umani sono morti altri 24 civili. Tra le esecuzioni, anche quella dell'attivista Khalaf. Trump ordina il ritiro di 1000 soldati

Si è chiuso il quinto giorno dell’operazione militare della Turchia nel Nord-Est della Siria. Il ministero della Difesa turco ha fatto sapere che 480 miliziani curdi Ypg sono stati "neutralizzati", che è stato preso il controllo dell'autostrada strategica M4 e che la cittadina di Suluk, considerata un crocevia strategico a 10 km dal confine, è stata conquistata (LE FOTO DEI CIVILI CURDI IN FUGA - PERCHÈ LA TURCHIA ATTACCA LA SIRIA). L'esercito di Erdogan ha preso anche Tel Abyad, la citta più grande espugnata finora. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti Umani, sono rimasti complessivamente uccisi almeno 24 civili. Le forze curde, intanto, hanno trovato un accordo con il regime siriano di Assad: truppe del governo siriano stanno muovendo verso il nord del Paese per respingere l'offensiva turca  (CHI SONO I CURDI - PERCHÈ TRUMP ABBANDONA I CURDI E LE POSSIBILI CONSEGUENZE).

Accordo Siria-curdi per la difesa di Manbij e Kobane

Le autorità curdo-siriane hanno confermato che è stato raggiunto un accordo col governo siriano per l'ingresso di truppe di Damasco "a protezione" di due città chiave a ovest e a est dell'Eufrate: Manbij e Ayn Arab/Kobane. Questo, spiegano le autorità citate da media siriani, per evitare che le forze turche e le milizie arabe alleate di Ankara possano conquistare le località strategiche. L'intesa è stata raggiunta grazie alla mediazione della Russia.

Uccisi due giornalisti, uno è straniero

Durante i bombardamenti turchi, intanto, almeno un giornalista straniero non ancora identificato è rimasto ucciso assieme al reporter Saad Al-Ahmad, corrispondente di Hawar News Agency, mentre viaggiavano con colleghi, civili e miliziani curdi su un convoglio diretto da Qamishli e Tal Tamer a Serekaniye. Sono stati colpiti da un raid di artiglieria turco. Sarebbero sei i feriti. Mentre è emerso che tra le nove persone giustiziate sabato, ci sarebbe anche l'attivista per i diritti delle donne Hevrin Khala: la 35enne, segretaria generale del Partito Futuro siriano, e il suo autista, sarebbero stati assassinati a colpi di arma da fuoco su un'autostrada, dopo essere stati prelevati dalle loro auto da milizie sostenute dalla Turchia, come riferiscono le forze curde. Come scrive il Guardian, le uccisioni di tutti e nove i civili sono state filmate e il video diffuso in rete.

Onu: rischio di arrivare a 400 mila sfollati

Sempre secondo i curdi, quasi 800 affiliati dell'Isis sarebbero scappati da uno dei campi nell'area dove sono in corso i bombardamenti turchi. E intanto l'Onu lancia l'allarme sugli sfollati: sono già 130 mila le persone fuggite dalle loro case dall'inizio delle operazioni militari. Alcune di loro sono stati accolti dai parenti in altre località, ma molte si sono rifugiate in scuole o rifugi collettivi in città come Tal Amr, Hasakeh o Raqqa. Nei prossimi giorni si stima che circa 400 mila persone nell'area potrebbero aver bisogno di assistenza e protezione. Mentre secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, sarebbero circa 10mila gli sfollati siriani, tra cui familiari di jihadisti dell'Isis, ammassati nel campo di Ayn Issa, tra Raqqa e il confine turco.

Trump ordina il ritiro di 1000 soldati dal nord

Gli Stati Uniti si stanno nel frattempo preparando a evacuare circa 1.000 soldati da tutto il nord della Siria nei tempi più rapidi possibili: lo ha detto il segretario alla difesa americano, Mark Esper, spiegando che si vuole evitare di rimanere intrappolati tra forze turche e curde. Dovrebbero essere trasferiti più a sud in altre basi Usa nel Paese. "Siamo pronti a imporre severe sanzioni sulla Turchia", ha scritto Trump su Twitter, spiegando come vi sia "un ampio consenso". Nel mentre, secondo quanto scrive il Washington Post, emerge anche che i turchi sapevano della presenza americana nel Nord-Est della Siria quando hanno sparato colpi di artiglieria gli scorsi giorni. E l'attacco potrebbe essere stato voluto. Il giornale americano riporta le dichiarazioni di alcuni funzionari americani, sollevando l'ipotesi che la Turchia abbia volontariamente bombardato vicino all'avamposto americano con il probabile obiettivo di allontanare le truppe statunitensi dal confine. 

Germania e Francia contro la Turchia

Cresce la pressione internazionale su Erdogan. Angela Merkel e Emmanuel Macron hanno chiesto insieme che la Turchia "ponga fine all'offensiva in Siria". Il presidente francese e la cancelliera tedesca lo hanno fatto congiuntamente a Parigi, dando l'allarme sulla eventualità di una "situazione umanitaria insostenibile" e sul rischio che l'Isis "riemerga nella regione". "Non possiamo assolutamente accettare queste cose contro i curdi, va trovata un'altra soluzione", ha aggiunto, parlando con i giornalisti, Mekel, che in precedenza aveva avuto un colloquio telefonico con Erdogan, in cui aveva ribadito: "L'invasione della Siria deve cessare”. Sabato, nel quarto giorno dell'operazione, Germania e Francia hanno annunciato lo stop alla vendita di armi ad Ankara. E il ministero degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, chiederà che lo faccia tutta l'Ue. Inoltre, i ministri degli Esteri dei Paesi della Lega Araba hanno deciso di assumere "misure urgenti per far fronte all'aggressione turca contro la Siria", comprese la riduzione delle relazioni diplomatiche, la cessazione della cooperazione militare e la revisione delle relazioni economiche. "L'embargo sulla vendita di armi non fermerà l'intervento della Turchia", ha però ribattuto il presidente turco.

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