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Caso Ucraina, si dimette l'inviato Usa a Kiev: prime crepe nel fronte Repubblicano

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Foto: Getty

Kurt Volker lascia l'incarico dopo la diffusione della denuncia dello 007 sulla telefonata in cui Trump chiese al presidente Zelenskyj di indagare i Biden. I dem accelerano per l'impeachment di Trump. Il legale di Giuliani si offre di testimoniare al Congresso

I democratici Usa accelerano sull'impeachment di Trump: i capi d'imputazione potrebbero essere redatti entro la fine di ottobre. E si hanno le prime implicazioni pratiche del caso Usa-Ucraina (COSA C'È DA SAPERE): Kurt Volker, l'inviato speciale di Washington a Kiev, si è dimesso proprio nelle ore successive rispetto alla diffusione della denuncia di uno 007 sulla telefonata in cui il presidente americano Donald Trump chiese a quello ucraino Volodymyr Zelenskyj di indagare Biden - attualmente candidato alle primarie dei Dem in vista delle elezioni presidenziali americane del 2020 - e sul tentativo di insabbiarla. Lo riferisce la Cnn. Volker, citato nella denuncia, mise in contatto l'avvocato personale del tycoon, Rudy Giuliani, con un alto collaboratore del leader ucraino. Intanto proprio Giuliani cambia idea e rivela: "Vorrei testimoniare e raccontare la mia storia". Nei giorni scorsi, la speaker democratica della Camera Nancy Pelosi ha annunciato l’avvio di un’inchiesta formale di impeachment.

Giuliani: "Trump non ha fatto nulla di sbagliato"

Il legale di Donald Trump, Rudolph Giuliani, dopo aver affermato che qualsiasi sua testimonianza in Congresso doveva essere approvata da Trump, si è detto pronto a parlare dei suoi incontri con dirigenti ucraini, nell'ambito dell'indagine di impeachment sul presidente Usa, proprio in Congresso. "Vorrei testimoniare e raccontare la mia storia", ha detto alla corrispondente Usa dell'emittente britannica Sky News Uk, aggiungendo che il presidente "non ha fatto proprio nulla di sbagliato". Sulla sua presenza in Congresso: "Beh, ci sarebbero molti problemi. Vuole dire se voglio testimoniare e raccontare la mia storia? Certo. La sto raccontando. La mia storia l'avete sempre saputa. Non c'è niente che io possa riferire loro che non si possa leggere online. Fin dall'inizio, sono stato molto trasparente. Anche se ci sono cose su cui non posso testimoniare perché sono un avvocato".

Giuliani: "Il dipartimento mi chiese l’incontro con gli ucraini"

Secondo quanto riferito da fonti statunitensi, dopo la telefonata incriminata fra Trump e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, Giuliani avrebbe incontrato a Madrid uno dei consiglieri del presidente ucraino, Andriy Yermak. In base a ciò che ha affermato lo 007 che ha denunciato la vicenda, avrebbe poi incontrato procuratori ucraini. "È stato il Dipartimento di Stato a chiedermi di farlo", racconta Giuliani, che poi precisa: "Non conoscevo affatto Yermak. Il suo nome mi è stato dato da Kurt Volker. Mi è stato chiesto di incontrarlo, e l'ho incontrato". Poi "ho fatto un rendiconto a loro, a entrambi, su tutto ciò che avevo fatto e ho un bel sms che alla fine spiegava come sono onesto e chiaro. E lo sono", ha aggiunto l’ex sindaco di New York.

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