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Brexit, la Camera dei Lord approva legge anti no-deal. Cosa succede ora

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La legge era stata promossa da opposizioni e da un gruppo di Tory con l'obiettivo di cercare d'imporre al governo Johnson la richiesta di un rinvio della Brexit oltre il 31 ottobre. Sky News rivela che il premier in una nota ha definito David Cameron un "secchioncello"

La Camera dei Lord ha approvato il progetto di legge contro la Brexit no-deal. Si tratta di un ennesimo schiaffo alla politica del premier conservatore, Boris Johnson, che aveva dichiarato che il 31 ottobre la Gran Bretagna avrebbe lasciato l'Ue con o senza accordo. La legge era stata promossa ai Comuni dalle opposizioni e da un gruppo di Tory dissidenti con l'obiettivo di cercare d'imporre al recalcitrante governo la richiesta di un rinvio della Brexit oltre la scadenza del 31 ottobre. La sterlina, dopo che in settimana era crollata a 1,1959 dollari contro il dollaro, il livello più basso da ottobre 2016, oggi è tornata a salire a 1,22 dollari. Intanto Sky News ha pubblicato la foto di un documento del gabinetto del primo ministro, in cui Boris Johnson definisce David Cameron un "girly swot", che si potrebbe tradurre con "secchioncello".

In una nota Johnson definisce Cameron un "secchioncello"

Nel documento rivelato da Sky News, Boris Johnson definisce l’ex premier David Cameron come un "girly swot”, un’espressione gergale e tendenzialmente dispregiativa che si utilizza per descrivere una scolara o uno scolaro che studia troppo ed è molto orgoglioso dei suoi voti alti. La nota risale al 16 agosto.

Il testo è stato approvato senza sorprese

Il testo del provvedimento no-deal è stato approvato dalla Camera alta senza sorprese e senza opposizione, visto che anche l'esecutivo - pur contrario ai suoi contenuti - aveva preferito rinunciare a porre ulteriori ostacoli puntando ormai a risolvere il braccio di ferro sulla Brexit con la convocazione di elezioni anticipate nel Regno Unito appena possibile. 

Cosa succede ora

Ora per la conclusione dell'iter sprint della legge non resta che il suggello scontato della firma della regina, o Royal Assent, e il deposito a Westminster, previsto per lunedì 9 settembre. Vale a dire lo stesso giorno in cui il governo intende riproporre - a legge varata - una mozione in favore del voto politico anticipato a metà ottobre: mozione a cui peraltro le opposizioni rimangono per ora orientate a far mancare il quorum. Johnson aveva già provato a far passare una prima mozione in favore del voto politico il 15 ottobre, ma senza successo. Il premier Tory ha deciso ora di spostare la battaglia nelle piazze del Paese, cercando di lanciare di nuovo il messaggio "popolo contro palazzo". "Piuttosto preferisco farmi ritrovare morto in un fosso”, ha detto oggi a proposito di un possibile rinvio della Brexit.

La sospensione del Parlamento 

È atteso inoltre il giudizio finale della Corte Suprema sulla sospensione del Parlamento britannico, annunciata da Johnsonper 5 settimane a partire dalla prossima: una decisione presa per ridurre il tempo a disposizione del fronte trasversale dei deputati contrari al no-deal per cercare di neutralizzare con una legge i piani del governo per una 'hard Brexit’. La mossa aveva scatenato l’ira trasversale dei parlamentari britannici intenti a cercare il modo di votare un rinvio dell’uscita. Sul sito del Parlamento del Regno Unito è stata poi lanciata una petizione che chiede al governo di tornare sui suoi passi: ad oggi ha raccolto oltre 1 milione e 700mila firme. I giudici dell'Alta Corte britannica di Londra hanno oggi nuovamente dichiarato legale la sospensione di Westminster, dopo che un primo ricorso di militanti anti-Brexit era stato respinto in Scozia.

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