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Gb, Boris Johnson è premier: "Nuovo accordo con l'Ue, Brexit il 31 ottobre"

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Il nuovo leader del partito Conservatore è ufficialmente primo ministro del Regno Unito, dopo che la regina gli ha chiesto di formare un governo nel loro incontro a Buckingham Palace. L'ex sindaco di Londra sull'accordo con l'Ue: "I critici e i dubbiosi si sbagliano"

 

Boris Johnson è ufficialmente primo ministro del Regno Unito, dopo che Elisabetta II gli ha chiesto di formare un governo nel loro incontro a Buckingham Palace (CHI È). Nei 67 anni del lungo regno della regina, il nuovo leader del partito conservatore è il 14esimo premier. L'ex sindaco di Londra, 55 anni e paladino della Brexit (TUTTE LE TAPPE), subentra alla 66enne collega di partito Theresa May. La conferma è arrivata da una nota del palazzo in cui si precisa che Johnson ha accettato la designazione e a ha "baciato la mano" della regina, secondo la formula di rito. A Downing Street, il neo primo ministro ha subito annunciato "un nuovo e migliore accordo" con l'Ue sulla Brexit e l’impegno di “servire il popolo”.

"Brexit entro il 31 ottobre"

Entrando al civico numero 10, il nuovo premier inglese ha pronunciato un discorso dai toni assertivi in cui ha insistito sulla data del 31 ottobre per l'uscita dall'Ue e detto no "ai pessimisti" che non credono "alla nostra capacità di onorare il mandato democratico" del referendum del 2016. Proveremo che "i critici e i dubbiosi si sbagliano", ha detto il premier britannico, pur ricordando che ci sono solo 99 giorni. Poi ha definito "remota" la possibilità di un no deal, ma ribadendo che bisogna esser pronti.

Le promesse di Boris Johnson

Il primo ministro ha promesso di "prendere personalmente la responsabilità" di una svolta nel Regno Unito, sulla Brexit e non solo, in un discorso di esordio carico di ottimismo, ma senza entrare troppi nei dettagli. Sull'uscita dall'Ue ha anche aggiunto un accenno a poter scaricare su Bruxelles l'eventuale responsabilità del "remoto" epilogo di un no deal. Johnson si è poi detto impegnato a "servire il popolo", evocando "strade più sicure", un fiorire di "fantastiche infrastrutture", una politica economica pro business, ma anche attenzione alla cura sociale, all'istruzione, alla sanità. Il neo premier ha infine reso omaggio a Theresa May, ma sottolineando che "dopo 3 anni di mancanza di fiducia è tempo di cambiare spartito", di mostrare una nuova “ambizione”, con un avvertimento: “Non sottovalutate questo Paese”.

Le reazioni dei politici inglesi

Il discorso di Johnson ha suscitato l'entusiasmo di diversi deputati conservatori, mentre è stato liquidato come vuota "retorica" dai vertici del Labour di Jeremy Corbyn, come dalla leader liberaldemocratica Jo Swinson e dall'indipendentista scozzese (Snp) Nicola Sturgeon. La ministra ombra dell'Istruzione laburista, Angela Rayner, lo ha definito via Twitter come un impasto di "spacconate e bluff”, mentre sempre sui social l'eurodeputato britannico Nigel Farage si è chiesto: "Theresa May ci ha promesso 108 volte che avrebbe realizzato la Brexit. Ora Boris dice che è l'uomo che vuole portare a termine il lavoro. Possiamo fidarci che la realizzi?".

Gli auguri di Tusk e Merkel

Intanto, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, nella sua lettera di congratulazioni a Boris Johnson ha scritto di essere "impaziente di incontrarti per parlare - nel dettaglio - della nostra collaborazione". Mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha augurato al primo ministro inglese "buon lavoro e buona fortuna. Non vedo l'ora di una buona cooperazione e di un ulteriore approfondimento dei nostri rapporti bilaterali”.

Proteste a Buckingham Palace e a Downing Street

L’ingresso di Boris Johnson al Downing Street è stato però accolto anche con una protesta di diverse centinaia di manifestanti anti Brexit che si sono radunati all'imbocco della strada. I dimostranti, tenuti a distanza dal dispositivo di sicurezza della polizia, hanno sventolato bandiere dell'Ue, urlando slogan pro Remain e contro il neo premier. Proteste anche davanti a Buckingham Palace durante l’incontro con la regina Elisabetta II. Un gruppo di manifestanti, in particolare attivisti di Greenpeace, è stato allontanato dalla polizia, impedendo loro di fermare il corteo del premier entrante. 

Le dimissioni di alcuni ministri del governo May

Prima del passaggio formale di consegne, si erano dimessi come preannunciato alcuni ministri del governo May considerati più moderati dell'ex sindaco di Londra e contrari all'ipotesi di un "no deal" il 31 ottobre. I nomi di maggiore spicco fra coloro che si sono fatti da parte, certamente fuori dalla prossima compagine, sono quelli di David Lidington, vicepremier di fatto con May, del cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, del ministro della Giustizia, David Gauke, e del titolare della Cooperazione Internazionale (e già candidato alla leadership Tory), Rory Stewart. Intanto la regina, per affidare l'incarico al nuovo premier è stata costretta a rimandare le sue pianificate vacanze in Scozia. Il primo premier sotto il regno di Elisabetta II fu Winston Churchill, in una lista che comprende da oggi 12 uomini e due donne.

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