Vertice a Bruxelles, è braccio di ferro Merkel-Macron per il dopo Juncker

Mondo

Prima riunione dei leader dopo il voto. Tusk vuole due donne a ricoprire top job dell'Ue. Merkel: “Sugli incarichi tutti devono essere tolleranti". Tra qualche ora i conti dell'Italia sul tavolo della Commissione 

"L'Europa è il vincitore di queste elezioni. La maggioranza degli elettori ha votato per un'Unione più efficace ed ha rigettato chi voleva un'Europa più debole. La Brexit è stato il vaccino contro la propaganda anti Ue e le fake news". A parlare è il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk al termine del vertice straordinario per valutare il risultato delle elezioni Europee e le nomine per i top job Ue. Il primo andato in scena dopo il voto europeo, in cui gli alleati di sempre hanno messo in campo strategie e alleanze per due concetti diversi di Europa: quello a difesa dell'assetto attuale - sostenuto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel - , e quello per un programma di riforme voluto da Macron (LA MAPPA DEL VOTO IN EUROPA). E mentre Tusk, che presto avvierà le consultazioni con tutti gli interlocutori, con "grande apertura", dichiara: “La mia ambizione ed il mio piano è che ci siano due donne" a ricoprire i top job dell'Ue”, la cancelliera tedesca sostiene che tutti debbano “essere tolleranti e pronti al compromesso". L'Italia sembra restare fuori dalla partita delle nomine. il premier Conte, che al suo arrivo ha dichiarato di essere fiducioso, ha abbandonato iol vertice senza rispondere alle domande dei giornalisti. Intanto, secondo fonti europee, domani i conti dell'Italia saranno sul tavolo della Commissione Ue per un dibattito di orientamento sui prossimi passi da compiere nei confronti di Roma.

Le alleanze europee dopo il voto

Nel gioco delle alleanze, per mettere insieme una coalizione stabile, al Ppe e ai S&D occorre l'appoggio dei Liberali (Alde) o dei Verdi, o di tutti e due. Ma ogni soluzione, avrà il suo scotto da pagare con al centro della questione le poltrone chiave delle istituzioni europee. In questo scenario, l’Italia sembra tagliata fuori, perché M5s e Lega non appartengono a nessuna delle grandi famiglie politiche che dirigono i giochi.

Conti italiani sul tavolo della Commissione

Tant'è che il premier Giuseppe Conte, che all'arrivo al vertice ha ribadito di essere fiducioso: “L’Italia è un grande Paese e ha le chance ed è determinata ad avere il ruolo che merita", al termine è andato via senza fermarsi a rispondere alle domande dei giornalisti. Il presidente del Consiglio avrebbe avuto anche un colloquio con il presidente della Commissione Juncker a margine della cena di lavoro dei leader Ue. Tra i temi al centro del colloquio, ci sarebbe la lettera sullo scostamento dei conti italiani dai parametri Ue, che la Commissione invierà a Roma nei prossimi giorni. Sui conti italiani, secondo Bruxelles, tra il 2018 e il 2019 ci sarebbe stato uno scostamento finale dello 0,7% (circa 11 miliardi) rispetto agli obiettivi Ue. E questo a fronte di una richiesta di riduzione del deficit strutturale di 0,6 avanzata a maggio scorso dalla Commissione e di una promessa di taglio dello 0,3% fatta dall'Italia.

I nomi al vaglio di Bruxelles

Intanto, nelle ore che hanno preceduto il summit straordinario convocato dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, ci sono stati molti incontri bilaterali, mentre dal Parlamento europeo è emersa una maggioranza a favore del sistema dello Spitzenkandidat: il metodo secondo cui il candidato di punta indicato dalla famiglia politica vincente al voto ottiene la massima carica dell'esecutivo comunitario. Si tratterebbe quindi di Manfred Weber per i popolari. Ma la famiglia dei liberali dell'Alde all'Eurocamera ha votato contro il metodo del candidato di punta, azzoppando quindi Weber. Nelle stesse ore, i premier olandese Mark Rutte e quello belga Charles Michel hanno incontrato a pranzo Macron e gli sherpa dei leader socialisti, lo spagnolo Pedro Sanchez e il portoghese Costa, per unire le forze e confrontarsi su possibili alternative a Weber, come il candidato di punta dei S&D, il vicepresidente vicario della Commissione europea Frans Timmermans, o la danese e commissaria europea Margrethe Vestager.

Juncker: su Brexit non ci sarà nuovo negoziato

Ma al centro della discussione europea c’è anche la questione Brexit sulla quale, prima del vertice, è intervenuto lo stesso Juncker: “Ho avuto un breve incontro con Theresa May e sono stato molto chiaro: non ci sarà un nuovo negoziato".

Mondo: I più letti