Crisi Libia, Sarraj a Macron: Francia prenda posizioni più chiare

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Incontro a Parigi tra il presidente francese e il premier libico, che poi in tv ha detto: “Non ci siederemo più al tavolo con Haftar, tregua solo se si ritira”. L'inquilino dell'Eliseo propone cessate il fuoco e  supervisione internazionale

La crisi in Libia e le possibili strade per risolverla sono state al centro di un incontro all’Eliseo tra il premier libico, Fayez al Sarraj, e il presidente francese Emmanuel Macron. "Quello che ci aspettiamo dalla Francia, Paese amico della Libia, è che prenda una posizione più chiara, dica le cose chiaramente”, ha detto Sarraj in un'intervista alla tv France 24 dopo il vertice da lui definito "positivo". Quanto alle accuse a Parigi di avere un rapporto preferenziale con Khalifa Haftar, Sarraj ha detto: "Le relazioni di certi Paesi con Haftar sono molto chiare, nessuno può dubitarne" (LIBIA: UN PAESE SPACCATO IN DUE).

Sarraj: non ci siederemo più al tavolo con Haftar

Sarraj ha ribadito che "il processo di pace dopo l'attacco del 4 aprile sarà completamente diverso. La situazione è cambiata, quelli con cui ci siederemo al tavolo del negoziato dovranno essere diversi. Ho detto a Macron che bisogna trovare un'elite seria, politica, di universitari, intellettuali, che rappresentino davvero l'est della Libia. Haftar non può più farlo”. Sarraj ha aggiunto che "l'attacco del 4 aprile ha dimostrato che Haftar si preparava a questo attacco. Non era disposto al processo di pace, voleva fare un colpo di Stato contro la legittimità". Una nota pubblicata sulla pagina Facebook dell'Ufficio stampa del governo di accordo nazionale libico aggiunge che Sarraj ha dichiarato inoltre di ritenere improponibile, come controparte negoziale, anche il presidente del parlamento finora insediato a Tobruk, Aqila Saleh (VITA E MORTE A TRIPOLI, LA CAPITALE SOTTO ASSEDIO. IL VIDEO).

Le accuse ad Haftar

Il governo di accordo nazionale libico ha chiesto al Consiglio di sicurezza Onu di istituire "una commissione di verifica dei fatti che faccia luce su chi sostiene e finanza Haftar”, ha detto Sarraj. "Spero che il Consiglio di sicurezza si assuma le sue responsabilità”. Quanto al generale Haftar, "chi bombarda case civili, quartieri, spara su ambulanze e distrugge infrastrutture, io lo definisco criminale di guerra", ha aggiunto Sarraj. "L'obiettivo di Haftar è chiaro: trovare scuse per attaccarci, dicendo che fanno una guerra contro il terrorismo. Ma nessuno può mettere in dubbio che siamo noi a fare la lotta al terrorismo”. Insomma, il premier libico ha concluso che la tregua potrà esserci solo se Haftar si ritira: “Gli appelli per un cessate il fuoco dovrebbero andare di pari passo con un ritiro delle forze ostili e il loro ritorno da dove sono venute" (CONTE: STIAMO CON IL POPOLO LIBICO).

Macron: tregua e supervisione internazionale

Il premier libico Sarraj è giunto a Parigi dopo avere incontrato la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino. Il faccia a faccia con Macron è avvenuto a porte chiuse. Il presidente francese ha proposto al primo ministro libico una "delimitazione della linea del cessate-il-fuoco, sotto supervisione internazionale, per definirne il quadro preciso". Inoltre ha proposto di effettuare "fin dai prossimi giorni, una valutazione, in stretta cooperazione con l'Onu, del comportamento dei gruppi armati in Libia, compresi quelli che fanno capo direttamente al governo di intesa nazionale”. Macron, informa l'Eliseo, ha ribadito a al Sarraj "il sostegno della Francia al governo di intesa nazionale, con il quale la Francia proseguirà la sua cooperazione” (L'ACCUSA A TRUMP DI AVER SOSTENUTO HAFTAR).

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