Le esplosioni della mattina di Pasqua hanno provocato almeno 250 vittime e centinaia di feriti. Mentre le autorità lavorano per identificare le persone coinvolte, i superstiti affollano l’ingresso degli ospedali per avere notizie. Tra loro anche turisti stranieri
“Sto cercando mia moglie e mio figlio”. A dirlo è un turista straniero all’esterno di un ospedale dello Sri Lanka, dove la mattina di Pasqua almeno 250 persone sono state uccise in una serie di otto esplosioni, avvenute in tre hotel di lusso e tre chiese, nella capitale Colombo e nelle città di Negombo, Batticaloa, Dematagoda e Dehiwela. I feriti sono più di 450 e tra le vittime dovrebbero esserci almeno 35 stranieri, tra cui cittadini americani, inglesi e olandesi. L’uomo che cerca la moglie e il figlio mostra agli agenti una foto sul cellulare. “Controllerò, ma non ci sono ancora nomi e indirizzi”, risponde il poliziotto (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LE FOTO - VIDEO- MORTA UNA FAMOSA CHEF).
In molti chiedono informazioni
“Il personale dell’ospedale sta raccogliendo i nomi e ogni dettaglio proprio ora”, spiega ancora l’agente al turista che parla inglese. Non è l’unico a cercare notizie davanti all’ospedale: una folla è riunita di fronte ai cancelli per cercare di sapere se i propri parenti e amici sono tra i ricoverati o le vittime. C’è anche qualcuno che, per l’angoscia, dà in escandescenza. Nel frattempo le ambulanze entrano ed escono dalla struttura (NUOVA ESPLOSIONE A COLOMBO).