Trump deride migranti e deputata dem musulmana: “A lei non piace Israele”

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(Foto: Getty Images)

Il presidente Usa, all'assemblea della Republican Jewish Coalition, ha attaccato Ilhan Omar, accusata di antisemitismo nei giorni scorsi e minacciata di morte. Sui richiedenti asilo al confine con il Messico: “Non amiamo il fatto che abbiano i tatuaggi sulla faccia”

Donald Trump contro tutti. Intervenuto all'assemblea annuale della Republican Jewish Coalition a Las Vegas, il presidente degli Stati Uniti, oltre a parlare delle elezioni legislative del 9 aprile in Israele, ha attaccato senza mezzi termini le persone che chiedono asilo al confine con il Messico e gli avversari politici, tra cui la deputata dem Alexandria Ocasio-Cortez (CHI È) definita "una meravigliosa giovane barista".

Il tycoon ironizza sulla deputata dem minacciata di morte

Nel suo intervento, Trump ha preso mira la deputata musulmana dem Ilhan Omar, accusata di antisemitismo per aver sollevato il problema di quanto la lobby ebraica influenzi il Congresso su Israele. "Un grazie speciale alla deputata Omar del Minnesota - ha ironizzato il presidente - Oh, dimenticavo. A lei non piace Israele, scusate". Una presa in giro che arrivo, tra l’altro, il giorno che a New York è stato arrestato un uomo accusato di aver minacciato di morte Ilhan Omar definendola una "terrorista".

Trump: richiedenti asilo sembrano dei lottatori con tatuaggi sulla faccia

Ma il tycoon ne ha avute per tutti, arrivando anche a ridicolizzare i richiedenti asilo al confine con il Messico che, ha detto, sembrano combattenti di arti marziali miste allenati da avvocati a dire che temono per le loro vite se costretti a tornare a casa. "Il programma per l'asilo è una truffa", ha attaccato Trump, ribadendo che lo usano alcune delle persone più violente, persone che sembrano quelli che devono combattere per la Ufc (Ultimate Fighting Championship, un'organizzazione di arti marziali miste statunitense). "Non amiamo - ha spiegato il presidente - il fatto che abbiano i tatuaggi sulla faccia, questo non è un buon segno. Non amiamo il fatto che portino le bandiere dell'Honduras o del Guatemala o del Salvador, solo per dire che sono pietrificati nel loro Paese".

Trump su Netanyahu e Gantz: “Sono due uomini perbene”

Trump si è mostrato, al contrario, molto prudente sull'esito delle elezioni legislative in Israele, prevedendo un voto "serrato" tra Benjamin Netanyahu e il suo principale rivale Benny Gantz, entrambi definiti "brave persone". "Chi vincerà la corsa? Non lo so - ha detto il tycoon - Sono due uomini perbene, ma io ero al fianco del premier alla Casa Bianca per il riconoscimento della sovranità di Israele" sulla parte del Golan occupato dallo stato ebraico. Una mossa, il riconoscimento, che molti hanno letto come un aiuto a "Bibi". In ogni caso, ha proseguito Trump, "l'incredibile legame tra Stati Uniti e Israele non sarà mai più forte di come è ora".

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