Libia, Haftar: "Pronti a entrare a Tripoli". Eni: "Evacuato personale italiano"

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Il Paese è nel caos. Il generale Khalifa Haftar insiste: “Siamo diretti nella capitale ma tuteleremo le missioni diplomatiche”. Intanto il premier Serraj lo mette in guardia da una guerra senza vincitori e l'inviato delle Nazioni Unite conferma la Conferenza di Ghadames

Mentre Khalifa Haftar è a pochi chilometri da Tripoli, il capo del governo di accordo nazionale libico, il premier Fayez al Serraj, in un discorso teletrasmesso alla nazione, si è detto tradito dal suo rivale, lo ha messo in guardia da una "guerra senza vincitori" e ha promesso di rispondergli "con forza e fermezza". Dall’altra parte, il portavoce dell'Esercito nazionale libico (Lna) Ahmed El Mismari ha annunciato che "Le vie di Tripoli si preparano ad accogliere l'esercito libico". E ha aggiunto che "unità speciali saranno incaricate di garantire la sicurezza delle imprese straniere e locali, delle sedi diplomatiche e delle istituzioni economiche straniere" presenti nella capitale. Il portavoce ha ammesso che sono 14 i morti nelle fila dell'Esercito dall'inizio dell'attacco lanciato due giorni fa. Intanto l'inviato speciale dell'Onu per la Libia, Ghassan Salamé, ha confermato che in assenza di impedimenti insormontabili la Conferenza nazionale indetta per il 14-16 aprile a Ghadames si svolgerà come previsto, anche se il suo svolgimento è un “obiettivo difficile”. (SERRAJ ACCUSA PARIGI DI SOSTENERE HAFTAR)

Fayez al Serraj: "Pugnalato alle spalle"

Il premier Fayez al Serraj accusa il suo rivale Khalifa Haftar di averlo tradito e lo mette in guardia. Nel corso un discorso alla nazione teletrasmesso, il premier si dice sorpreso dell'offensiva militare di Haftar, messa in campo in un momento in cui si profila una soluzione politica per la Libia, e dice di sentirsi "pugnalato alla schiena". Serraj aggiunge che Haftar spinge la Libia e i libici su un terreno sconosciuto, che mina gli sforzi per risolvere la crisi e rischia di scatenare un bagno di sangue. "Abbiamo lavorato intensamente con la missione delle Nazioni Unite per sostenere la conferenza nazionale che si terrà a Gadames", ha ricordato, chiedendo ai Paesi che sostengono Haftar di smetterla di supportare il generale. "Abbiamo teso le mani verso la pace, ma dopo l'aggressione delle forze di Haftar e la sua dichiarazione di guerra alle nostre città e alla nostra capitale, lui (Haftar) non troverà che forza e fermezza".

Eni: "Situazione sotto controllo"

Intanto la situazione nei campi petroliferi dell'Eni in Libia "è sotto controllo" e attualmente l'azienda italiana "non ha personale presente" sul territorio. Lo riferiscono all'Ansa fonti della compagnia petrolifera che "sta monitorando l'evolversi della vicenda con molta attenzione" dopo che da due giorni si registrano scontri seguiti all'annuncio di Haftar di voler marciare su Tripoli. Secondo fonti citate dall'Adnkronos, il personale italiano dell'Eni in Libia che era presente a Tripoli, nel giacimento di Wafa, in Tripolitania, e in quello di El Feel, a Sud è stato evacuato in accordo con la Farnesina. Il ministro degli Esteri Moavero, alla ministeriale del G7 a Dinard, in Bretagna, ha confermato che anche nella seduta di questa mattina i partecipanti sono tornati "sulla situazione in Libia confermando la loro unanimità di vedute”.

Moavero: “Sulla Libia accordo fra tutti i partecipianti”

Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, alla ministeriale del G7 a Dinard, in Bretagna, ha spiegato che "c'è accordo fra tutti i partecipanti sull'analisi della situazione in Libia e sulla richiesta già fatta ieri sera di mettere fine ad operazioni militari che complicano lo scenario, mentre la soluzione non può che escludere ogni opzione militare". Data l'urgenza della situazione la discussione sulla Libia è stata anticipata: "Questa mattina abbiamo fatto un'analisi più articolata e di dettaglio", ha precisato il ministro, in cui è stato anche sottolineato "il sostegno all'azione del rappresentante speciale dell'Onu e a una soluzione che passi attraverso una via civile e politica e non di tipo militare".

Mosca a Haftar: "Siamo per soluzione pacifica"

Il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov ha ribadito in una conversazione telefonica con Haftar che la Russia è a favore di una soluzione pacifica alla crisi libica: lo riferisce il ministero degli Esteri russo in una nota. Secondo il dicastero russo, Haftar "ha condiviso informazioni" su quella che lui definisce come lotta contro i terroristi in Libia.

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