"Hard Brexit", "Soft Brexit", "Unione doganale", fino a qualche mese fa erano concetti tecnici familiari solo agli addetti ai lavori, ma ormai invece sono diventati di uso comune. Cosa significano e a quali conseguenze potrebbero portare questi termini
“No deal”, “Hard Brexit”, “Backstop”. Espressioni che, fino a qualche mese fa, avevano un significato familiare solamente per gli addetti ai lavori e che invece oggi sono diventate di uso comune, in Gran Bretagna e non solo. È il vocabolario introdotto dalla Brexit (LE TAPPE), il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea iniziato il 23 giugno 2016 con un referendum popolare. Ecco quali sono le espressioni più importanti utilizzate a proposito della Brexit e che cosa significano.
“No deal”
Il “No deal” è sicuramente una delle espressioni chiave del lungo e sofferto processo di divorzio tra Londra e Bruxelles. Questa formula evoca uno scenario particolare: un’uscita del Regno Unito dall’Ue senza alcun accordo formale circa i termini del ritiro e il futuro dei rapporti bilaterali. L’opzione “no deal” è quella che preoccupa di più cittadini e parlamentari britannici. Senza regole chiare sugli scambi e le relazioni tra comunità europea e l’ex Stato membro, a risentirne sarebbe in primis il commercio, oltre che il mercato finanziario (LE CONSEGUENZE ECONOMICHE).
“Hard Brexit”
Un’altro concetto che si ripete da mesi, in contrapposizione con la “soft Brexit”, è quello che propone un'uscita totale dall’Unione Europea, da tutti i trattati e le istituzioni europee di cui Londra fa parte. Questa possibilità significherebbe rinunciare a un posto nel Consiglio dell'Unione Europea, ai parlamentari europei e alla giurisdizione della Corte europea, interrompere la libera circolazione dei suoi cittadini nei paesi dell'Unione e, dall'altro lato, permettere al governo britannico di decidere in autonomia chi far entrare e chi invece lasciare fuori dai confini del Paese (IL NUOVO VOTO A WESTMINSTER).
“Soft Brexit”
La “soft Brexit” indica invece un’uscita meno drastica del Regno Unito dalle istituzioni europee. Il Paese rimarrebbe in qualche misura all'interno del mercato unico: la stessa situazione in cui si trovano Norvegia e Svizzera.
“Unione doganale”
L'Unione doganale è un accordo commerciale in base al quale due o più Paesi decidono di non applicare tasse su determinati beni importati da Paesi membri dell'Unione, stabiliscono anche una tariffa comune sui beni provenienti da nazioni esterne. L'unione doganale dell'Ue include Stati membri e Stati non membri, ma vieta a tutti di negoziare accordi commerciali fuori dalla cornice Ue.
Il meccanismo del “backstop”
Un altro concetto chiave quando si parla dell’uscita del Regno Unito dall’Ue è quello che riguarda il meccanismo del “backstop”, contenuto nell'accordo per la Brexit, che prevede che il Paese rimanga nell'unione doganale e che l'Irlanda del Nord sia allineata con alcune regole del mercato unico europeo, a meno che Londra e Bruxelles non presentino una soluzione alternativa per il confine o fino a quando non si stabilirà una nuova relazione commerciale. Questa scappatoia, che secondo May è solo temporanea, ha causato un diffuso malcontento tra i deputati contrari all’accordo.