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May: "Attuare la Brexit o sarà una catastrofe per la democrazia"

Mondo

Alla vigilia del verdetto decisivo del Parlamento britannico, la premier lancia un appello affinché l'accordo con Bruxelles sia approvato. E aggiunge: la lettera Ue  allontana le paure sul backstop. GLI AGGIORNAMENTI

Abbiamo il dovere di “attuare" la Brexit o sarà "catastrofico" per la democrazia. Con queste parole, pronunciate durante un discorso a Stoke-on-Trent, roccaforte pro-Leave al referendum del 2016, Theresa May lancia un ultimo appello al Parlamento britannico affinché domani, 15 gennaio, approvi l’accordo tra Unione europea e Gran Bretagna per il divorzio da Bruxelles. May alla Camera dei Comuni per un ultimo intervento ha provato a giocarsi la carta delle rassicurazioni ricevute da Bruxelles con una lettera firmata dal Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e da quello della Commissione Jean Claude Juncker sul contestato meccanismo del backstop: il sistema a garanzia di un confine senza barriere fra Irlanda e Irlanda del Nord, assicura l'Ue, entrerà in vigore "solo se strettamente necessario" e comunque sarà "temporaneo". Il contenuto della lettera, scrive la premier britannica in un messaggio di risposta, costituisce "una rassicurazione aggiuntiva contro le paure sollevate da alcuni, che sono fuori posto" (LE TAPPE DELL'ADDIO). Ma i Labour non ci stanno. "Non cambia nulla", dice Jeremy Corbyn riferendosi allo scambio di lettere tra Londra e l'Ue. Di Brexit ha parlato anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ai microfoni di Sky tg24, spiegando che nel caso saltasse l'accordo sulla Brexit e Londra chiedesse più tempo rimanendo quindi parte della Ue “i britannici dovranno scegliere i loro rappresentanti nel Parlamento di Strasburgo e Bruxelles” alle prossime elezioni europee di maggio.

May: "Più probabile nessuna Brexit che un no deal"

L'addio di Londra all'Unione europea resta comunque un'operazione complessa. "Cosa diremmo se avesse vinto il ‘Remain’ e il Parlamento cercasse di portare fuori la Gran Bretagna dall'Ue?", si è domandata la premier a Stoke-on-Trent. "La fiducia del popolo nel processo democratico e nei politici subirebbe un danno catastrofico”. May aggiunge di ritenere “più probabile” uno scenario in cui la Brexit venga bloccata piuttosto che una Brexit senza accordo. "Non c'è mai stato un referendum che non sia stato onorato nel Regno Unito", ha affermato May.

L'accordo può cadere sul backstop

L’accordo negoziato da May con l’Unione europea rischia di essere respinto, oltre che da chi all’interno alla sua maggioranza Tory contesta il meccanismo del backstop, anche da un centinaio di deputati Conservatori, oltre che dei dieci alleati unionisti nordirlandesi del Dup. Uno degli Assistant Whip (sorta di vice capigruppo) del Partito Conservatore alla Camera, Gareth Johnson, ha annunciato le sue dimissioni per poter votare contro il testo proposto dalla premier.  Ma Theresa May insiste nel rifiutare un rinvio della Brexit, sollecitando i deputati a dare "una seconda lettura" all'accordo sull'uscita dall'Ue da lei raggiunto con l'Ue e di ratificarlo in modo da assicurare che non ci sia spazio per un "un no deal", né per un secondo referendum che miri "a frustrare" la volontà referendaria sulla Brexit. "Il popolo ha già votato nel referendum del giugno 2016", ha ribadito a più riprese, ribadendo peraltro che senza l'approvazione del suo accordo la prospettiva di uno stop della Brexit diverrebbe possibile.

Lettera Ue al governo britannico: "Backstop solo temporaneo"

Nella lettera inviata al governo britannico, diffusa da Downing Street e già consegnata ai deputati in attesa dell'intervento della premier alla Camera dei Comuni, l’Ue evoca un valore legale degli impegni di Bruxelles, ma non un diritto di Londra a recedere autonomamente dal backstop. Tusk sottolinea peraltro come Bruxelles non possa concordare su nulla che "modifichi o sia difforme dall'Accordo di recesso" della Gran Bretagnaa dall'Ue raggiunto dalle parti a novembre. Un'apertura viene invece ribadita nel testo sulla disponibilità dei 27 a estendere il periodo di transizione post Brexit fissato al momento fino al 31 dicembre del 2020. Ma su questo il governo di Londra non ha ancora avanzato alcuna richiesta.

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