Muro con il Messico, dipendenti federali fanno causa al governo per lo shutdown

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L’impasse è arrivata al 22esimo giorno ed è la più lunga della storia. Secondo i sindacati, l’esecutivo viola le leggi chiedendo agli impiegati ritenuti ''essenziali'' di continuare a lavorare senza stipendio. Trump: "Nessun caos alla Casa Bianca"

Arrivato al suo 22esimo giorno, lo shutdown che sta bloccando gli Stati Uniti è ufficialmente il più lungo mai registrato dopo quello dell’era Clinton, tra il 1995 e il 1996, durato 21 giorni. Ieri per la prima volta circa 800.000 dipendenti pubblici coinvolti nella semiparalisi delle attività amministrative non hanno ricevuto lo stipendio e l’impasse, creatasi sui fondi per il muro al confine con il Messico, ha portato i sindacati dei dipendenti federali a fare causa al governo americano perché viola le leggi sul lavoro richiedendo ai dipendenti ritenuti ''essenziali'' di continuare a lavorare senza stipendio. Intanto il presidente Donald Trump respinge l'accusa di gestire in modo caotico la trattativa. Alla Casa Bianca "non c'è alcun caos" ma alle fake news "piace parlarne", twitta il tycoon. "Non c'è praticamente nessuno eccetto me alla Casa Bianca", aggiunge, respingendo seccamente le ricostruzioni di un "giornalista fake del Washington Post di Amazon che parla di una Casa Bianca caotica, dove non sembra esserci una strategia per mettere fine allo shutdown".

Sindacati: governo non paga straordinari e salario minimo

Intanto l'azione legale - riportano i media americani - è stata depositata dai sindacati che rappresentano i lavoratori federali, ovvero la National Federation of Federal Employees, la National Association of Government Employees SEIU e la National Weather Service Employees Organization. Le associazioni accusano il governo di violare il Fair Labor Standards Act non pagando ai dipendenti gli straordinari e il salario minimo. La legge prevede che tutti i dipendenti - spiega la National Federation of Federal Employees - vengano pagati in tempo per gli straordinari e ricevano almeno il salario minimo per tutte le ore che lavorano durante la settimana. ''In questo Paese, quando un lavoratore svolge le sue funzioni giornaliere, ha il diritto a un giorno di compenso'', mette in evidenza Randy Erwin, presidente della National Federation of Federal Employees. ''Questo è il modo in cui la gente si occupa delle proprie famiglie. A causa del caos che questo spreco di shutdown sta causando, il governo sta cercando di pagare i dipendenti con dei 'pagherò'. Con questa causa noi diciamo: 'no, non potete pagare i dipendenti con dei pagherò. Per noi così non funziona'', aggiunge Erwin.

L’ipotesi emergenza nazionale e i fondi per gli uragani

Ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (LA FOTOSTORIA DEL PRESIDENTE) aveva minacciato di dichiarare l’emergenza nazionale (COSA SIGNIFICA) per ottenere i fondi per la realizzazione del muro con il Messico, salvo poi fare retromarcia e dichiarare: ''Sarebbe una soluzione facile, ma non lo farò così velocemente''. Intanto, a causa dello shutdown, l'aeroporto di Miami chiuderà uno dei terminal nel corso del fine settimana per mancanza di personale, e Standard & Poors' fa sapere che a ieri l’impasse è costata 3,6 miliardi di dollari, circa 1,2 miliardi a settimana. Ma il tycoon appare determinato ad andare avanti sulla sua strada: ''La barriera d'acciaio, o il muro, avrebbe dovuto essere costruita dalle precedenti amministrazioni molto tempo fa - ha detto - Non lo hanno fatto, io lo farò”. Fra le ipotesi allo studio da parte dell'amministrazione resta in campo, al di là dell'emergenza nazionale, quella di usare i fondi destinati alle risorse a disposizione per gli uragani.

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