La premier britannica ha ribadito la volontà di lasciare Bruxelles ma "con l'accordo". Ha poi ribadito il suo no a un referendum bis: "Il popolo ha già votato nel 2016". Critica l’opposizione con Jeremy Corbyn: "Il rinvio è stata una sconsiderata perdita di tempo"
Prosegue il dibattito sulla Brexit nel Regno Unito. La Gran Bretagna "uscirà dall'Ue il 29 marzo e io voglio che esca con l'accordo" di divorzio raggiunto con Bruxelles a novembre. Con queste parole, pronunciate alla camera dei Comuni, Theresa May ha risposto a un deputato Tory brexiteer che chiedeva garanzie contro un rinvio. La stessa premier ha poi ribadito il suo no a un referendum bis: "Il popolo ha già votato" nel 2016, ha ricordato. A breve ci sarà il voto di ratifica sull'accordo proposto dal governo riprogrammato per martedì 15 gennaio. (LE TAPPE DELL'ADDIO)
Jeremy Corbyn: "Rinvio è sconsiderata perdita di tempo"
Nonostante le rassicurazioni, Theresa May è stata duramente criticata dall’opposizione. Jeremy Corbyn l’ha infatti accusata di aver "fallito" nella ricerca di rassicurazioni concrete dall'Ue e di avere in mano "esattamente lo stesso accordo" congelato un mese fa con lo slittamento del voto di ratifica per evitare una sconfitta certa. Lo stesso leader del partito labourista ha bollato la strategia del rinvio come "una sconsiderata perdita di tempo", per mettere il Parlamento di fronte "alla minaccia di un no deal".
May: "L'accordo proposto è buono"
Dopo l’attacco ricevuto, la premier ha risposto insistendo sui contatti ancora aperti con Bruxelles, ma anche sulla proposta di riforma presentata proprio oggi dal governo a livello nazionale per garantire un ruolo di controllo al parlamento locale dell'Irlanda del Nord sull'attuazione eventuale del contestato meccanismo di garanzia del backstop sul confine aperto fra Dublino e Belfast. Quanto al rischio di no deal - che Corbyn e altri deputati, incluso il conservatore filo-Ue Kenneth Clarke, le hanno ripetutamente chiesto di escludere come opzione - May ha replicato: "Il solo modo per evitare un no deal è votare per il deal" proposto dal governo, che è "un buon accordo".
Katainen: "Ue pronta ad aiutare con rassicurazioni"
Intanto arrivano rassicurazioni da Bruxelles su Brexit. Il vicepresidente della Commissione, Jyrki Katainen, ha detto che la settimana scorsa il presidente Jean-Claude Juncker ha parlato con la premier Theresa May "per vedere come possiamo aiutare con ulteriori rassicurazioni, cioè, in altre parole, a interpretare" l'intesa sull’addio, "in modo tale che tutti capiscano ciò che è stato concordato. E speriamo che questo aiuti a far passare l'accordo" a Westminster.